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Ecco il “marchingegno esplosivo” ritrovato da Pro Vita e Famiglia nella propria sede

Una bottiglia di vetro con dentro della polvere pirica, ma priva di innesco. La foto dell’ordigno artigianale di cui Pro Vita e Famiglia ha denunciato il rinvenimento all’interno della sua sede dopo le tensioni della manifestazione femminista di sabato.
A cura di Valerio Renzi
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Una bottiglia di vetro con tappo bianco, tutto attorno dello spago che sembra essere stato apposto a scopo ornamentale, e sopra della cera colata, come se la bottiglia fosse stata usata come reggi moccolo di una candela). All'interno è stato confermato il rinvenimento di polvere pirica. Non una molotov dunque, ma una sorta di bomba carta priva però di innesco. Così si presenta "l'ordigno artigianale" che l'associazione Pro Vita e Famiglia, ha denunciato di aver rinvenuto all'interno della propria sede.

La denuncia dell'organizzazione anti abortista, che ha ricevuto la solidarietà di tutto il centrodestra e del governo, stamattina si è espressa anche la premier Giorgia Meloni, è arrivata dopo che durante il corteo contro i femminicidi e per i diritti delle donne dello scarso sabato, un gruppo di manifestanti si è staccata dal corteo facendo delle scritte sulle serrande di Pro Vita (la sede era chiusa).

Subito sono intervenute le forze dell'ordine che, con qualche manganellata e spintonando le manifestanti, hanno ripreso il controllo della situazione. In quel contesto una porzione del vetro di una delle serrande della sede si è rotta. Proprio da lì secondo il portavoce di Pro Vita Jacopo Coghe sarebbe stato introdotto quello che definisce come "marchingegno esplosivo".

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Coghe denuncia addirittura un "vero e proprio attentato terroristico", anche se per fortuna "l'ordigno non è esploso". Da quanto si vede dal reparto sequestrato dagli agenti della Digos e della polizia scientifica però il giorno successivo alle tensioni in piazza, se è pur vero che all'interno della bottiglia c'è della polvere pirica, non sembra esserci nessun tipo di innesco. Insomma: una bomba carta fatto non esattamente ad arte. Altresì, come confermato dalla Questura di Roma a Fanpage.it, se accesa la polvere pirica sarebbe si sarebbe sicuramente innescata esplodendo. La quantità di materiale pirico all'interno (e quindi anche i potenziali danni) non sono però chiari.

Intanto questa mattina Giorgia Meloni ha parlato di "sede devastata", quando in realtà si tratta di una porzione di vetro rotto e di qualche scritta sui muri. Nessuno dei presenti era di certo organizzato, da quanto si vede dalle immagini, per divellere una serranda di ferro, e entrare all'interno della sede di Pro Vita, che oltre a piccoli danni esterni causati con bombolette spray non ha subito altro.

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