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Lucha y Siesta, Atac lascia il processo contro la casa delle donne: “Roma è dalla loro parte”

È attesa per lunedì la revoca formale da parte di Atac nel procedimento contro la casa delle donne Lucha y Siesta: la municipalizzata non si costituirà parte civile.
A cura di Beatrice Tominic
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Atac non si costituirà parte civile nel procedimento contro la casa delle donne Lucha y Siesta. La municipalizzata ha accolto il suggerimento del sindaco della capitale Roberto Gualtieri, che era stato chiamato ad intervenire dalle associazioni femministe. La conferma arriva proprio nella vigilia del 25 novembre, la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Nella giornata di lunedì prossimo, 27 novembre, giorno in cui è fissata la prossima udienza contro la presidente dell'associazione, denunciata per occupazione abusiva di immobile, è attesa la revoca formale da parte di Atac. La municipalizzata aveva richiesto come risarcimento da parte di Atac è di 1 milione e 300 mila euro.

Il commento dal Campidoglio

"Gualtieri faccia fare un passo indietro ad Atac", avevano chiesto a gran voce le associazioni femministe della capitale e non solo. E pare che ci sia riuscito. Come ribadito dal Campidoglio, la capitale vuole incentivare ogni misura volta a prevenire e contrastare qualsiasi forma di violenza sulle donne: "Vogliamo fare la nostra parte per salvaguardare l'esperienza della Casa delle Donne Lucha y Siesta, un importante presidio antiviolenza, un centro socio-aggregativo fondamentale per la città, con un'indiscutibile valenza sociale quale rifugio e luogo di rinascita delle vittime di violenza, grazie anche ai percorsi di autodeterminazione attivati", ha commentato la notizia il sindaco Gualtieri.

La Regione Lazio vuole chiudere Lucha y Siesta

Attiva da marzo 2008 la casa delle donne di Lucha y Siesta rappresenta un unicum nello scenario romano e laziale come centro antiviolenza, casa di accoglienza per donne e minori ma anche come luogo culturale e di confronto. A sottolineare il ruolo della casa, la stessa Assemblea Capitolina lo scorso 16 novembre.

Eppure, con l'approvazione di una mozione proposta dall'assessora alle Pari opportunità Simona Baldassarre, la Regione Lazio ha dichiarato di voler chiudere la casa. L'immobile, appartenuto proprio ad Atac, secondo quanto stabilito dalla Regione, sarà ristrutturato e riassegnato tramite un bando. "Se vuole, potrà partecipare anche la stessa associazione di Lucha, la chiusura oggi è un atto dovuto", hanno dichiarato.

La reazione di Lucha y Siesta

Non ha tardato ad arrivare la reazione di volontarie ed attiviste: "Tutto quello che abbiamo creato non si può cancellare con una delibera, la chiusura di Lucha y Siesta è un'ipotesi che non esiste", hanno dichiarato a Fanpage.it. Da quel momento sono passati quasi due mesi: nel frattempo c'è stato un presidio sotto la sede della Regione di via Cristoforo Colombo,

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