87 CONDIVISIONI

Rubava i soldi del parcheggio: condannato l’autista Atac che si dava malato per cantare Califano

Alzava la sbarra del parcheggio a mano per intascarsi i soldi del ticket: condannato a due anni e a 5mila euro di risarcimento l’autista Atac che si dava malato per cantare Califano.
A cura di Beatrice Tominic
87 CONDIVISIONI
Immagine

Continuano i guai per il Califano dell'Atac, l'autista della partecipata del Comune già noto alle cronache per l'accusa di esibirsi nei locali dei Castelli Romani sfruttando la sua somiglianza con Franco Califano mentre si trovava ufficialmente in malattia.

L'autista, il 58enne Ezio Capri, è stato condannato a due anni di reclusione per peculato e al risarcimento di cinquemila euro da Atac, come riporta la Repubblica. Oltre alle assenze giustificate con la malattia per esibirsi in giro, Capri è accusato di truffa aggravata per aver intascato il denaro che spettava all'azienda mentre si trovava in servizio nel parcheggio di piazzale dei Partigiani.

La truffa all'Atac

A far scattare l'indagine interna alla municipalizzata dei trasporti romana, cinque anni fa, alcune anomalie sul controllo degli incassi del parcheggio in cui era in servizio Capri (che, in seguito a questi fatti, è stato licenziato da Atac: "L’azienda ha notato che vi è stata una contrazione degli importi rispetto a quelli incassati nello stesso periodo dell’anno precedente", si legge dagli atti. "È stato necessario un controllo approfondito sul programma di gestione del sistema di automazione degli accessi", spiega l'azienda Sosta e parcheggi, per conto di Atac.

Così per scoprire le ragioni dietro a quel calo repentino di incassi, due dipendenti della municipalizzata si sono finti utenti del parcheggio, sono arrivati nella zona senza mostrare loghi aziendali e hanno scoperto cosa succedeva: "Arbitrariamente, senza alcuna autorizzazione, forzava il sistema operativo per consentire l’apertura manuale della sbarra di uscita del parcheggio, previo pagamento in contanti da parte degli ignari clienti dell’importo dovuto per la sosta", si legge nei documenti.

Come si impossessava dei soldi dei clienti

Anziché versare i soldi per alzare la sbarra del parcheggio, era lui che sollevava a mano la barriera, per impedire al sistema operativo di non registrare il passaggio dell'automobile. I soldi che riceveva dai cittadini, invece, finivano dritti nelle sue tasche: si stima che abbia utilizzato questo meccanismo per circa tre mesi, da marzo a maggio del 2018 riuscendo ad intascare 1500 euro, da aggiungere al suo stipendio di Atac. Non appena scoperto quanto accadeva, Capri è stato licenziato e denunciato e Atac ha richiesto (poi ottenuto) un risarcimento pari a 5mila euro. In quello stesso periodo, la cassazione stava respingendo l'accusa del reato di truffa aggravata per essersi esibito ai Castelli Romani, fra il 2013 e il 2014, giustificando le assenze dal lavoro con certificati di malattia.

Oltre al risarcimento, la sentenza di primo grado è conclusa con la condanna a due anni di reclusione per il Califfo di Atac che, però, potrebbe ricorrere in appello.

87 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views