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Triplica lo stipendio con i soldi delle donne malate di cancro al seno: impiegato condannato

Condannato a un anno e dieci mesi di reclusione con l’accusa di peculato un cassiere di Palazzo Baleani in Corso Vittorio Emanuele a Roma, per aver rubato fino a 15mila euro di incassi dai ticket pagati da donne con cancro alla mammella, triplicando il suo stipendio. L’impiegato ha spiegato di avere difficoltà economiche.
A cura di Alessia Rabbai
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Rubava i soldi dei ticket pagati dalle donne malate di cancro alla mammella. Un cassiere cinquantenne dello sportello accettazioni di ematologia e oncologia di Palazzo Baleani è stato condannato a un anno e dieci mesi di reclusione con sospensione della pena, con l'accusa di peculato. Come riporta Il Messaggero, l'impiegato, in servizio presso il centro di senologia del Policlinico Umberto I in Corso Vittorio Emanuele, in cinque mesi di lavoro avrebbe rubato 15mila euro dalle buste con i soldi versati dalle pazienti, fino a triplicare in breve tempo il suo stipendio. Il cinquantenne, messo allo scoperto, ha restituito parte della somma, spiegando di avere agito così per gravi difficoltà economiche.

Le indagini scattate dalla denuncia dell'azienda

Gli accertamenti sulla mancanza di soldi arrivati dallo sportello sono scattati quando i conti della cassa non tornavano e i sospetti si sono concentrati proprio su di lui. Così è partita la denuncia da parte dell'azienda e le indagini del pubblico ministero della Procura della Repubblica di Roma, attraverso il nucleo di Polizia Economica Finanziaria delle Fiamme Gialle. Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per l'impiegato, che ha dovuto rispondere davanti al giudice delle accuse a proprio carico.

Cassiera della Asl a processo per peculato

A inizio febbraio prossimo sarà inoltre sottoposta a processo, sempre con l'accusa di peculato un'altra cassiera, questa volta dipendente dello sportello Cup, il centro unico di prenotazioni della Asl di via Largo Rovani, che si trova nella zona di Monte Sacro alto. Secondo quanto emerso dalle indagini e il rinvio a giudizio, la dipendente rubava circa 15 euro al giorno dall'incasso percepito dai versamenti dei clienti, che avrebbe invece dovuto consegnare.

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