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Roma prima città italiana a sperimentare una ‘politica del cibo’: “Stop agli sprechi alimentari”

Una Politica del cibo per Roma volta alla sostenibilità, alla nascita di nuove imprese agricole, alla riduzione degli sprechi alimentari e alla promozione della vendita diretta da produttore a consumatore. Si tratta di una proposta lanciata dall’associazione Terra e da Lands Onlus, in occasione dell’Earth Day, la Giornata mondiale della Terra. Roma Capitale ha approvato la delibera all’unanimità.
A cura di Paola Palazzo
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Una Politica del cibo per Roma volta alla sostenibilità, alla nascita di nuove imprese agricole, alla riduzione degli sprechi alimentari e alla promozione della vendita diretta da produttore a consumatore. Si tratta di una proposta lanciata dall'associazione Terra e da Lands Onlus, in occasione dell'Earth Day, la Giornata mondiale della Terra e approvata all'unanimità oggi dal consiglio comunale. Roma sarebbe la prima città italiana a sperimentare questa iniziativa già avviata da altre capitali nel mondo, come Toronto e New York. La delibera alla proposta è stata redatta dal Consiglio del cibo, un insieme di associazioni, cooperative e realtà produttive del territorio romano. "È giunto il momento per Roma di avviare un ragionamento strutturato sulla sostenibilità del cibo e dell'agricoltura, per affrontare le sfide di una crescita della popolazione urbana garantendo il diritto a un'alimentazione sana e accessibile, supportando i piccoli e medi agricoltori del territorio nelle fasi di produzione e distribuzione, garantendo i diritti dei lavoratori lungo la filiera".

I punti principali della Food policy per Roma

Perché a Roma serve una politica del cibo? Per garantire ai cittadini un'alimentazione migliore, sana e sostenibile. Per questo obiettivo il progetto intende mettere in campo misure che riorganizzino tutto il settore agroalimentare della Capitale. Sostenere la produzione e il consumo degli alimenti locali è uno dei punti elencati nel rapporto di Terra.  "Il 25% del cibo che arriva nella Capitale proviene direttamente dall’agro romano e dalle campagne laziali. Da questa fotografia emerge l’importanza del territorio regionale per il consumo locale. I banchi dei mercati sono un importante luogo di sbocco al consumo per numerose aziende agricole romane e laziali. L’accesso, tuttavia, è mediato quasi sempre da commercianti, con appena un centinaio di agricoltori a vendere direttamente i loro prodotti. Mancano misure specifiche per la promozione dei mercati e del cibo di qualità che vi si può trovare".  Il piano prevede la realizzazione di iniziative volte a prevenire gli sprechi alimentari, non solo da parte dei consumatori, ma anche dei mercati all'ingrosso che in Italia disperdono una quantità di cibo pari a 400.000 tonnellate. "Nel territorio metropolitano di Roma si potrebbero potenzialmente recuperare e redistribuire circa 29.000 tonnellate di cibo all’anno. Nella capitale sono nate numerose esperienze che si occupano di garantire una seconda vita al cibo che non viene consumato o acquistato, per redistribuirlo persone in difficoltà". E ancora, grande risalto viene dato al rapporto tra la Capitale e l'agricoltura. In questo contesto si vuole favorire la nascita di nuove aziende del settore, condotte da giovani e da donne. Si tratta, infatti, "di un comparto in cui prevale nettamente la componente maschile, la scolarizzazione è medio-bassa e l’età avanzata".

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