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Roma avrà 1040 nuove case popolari: quando verranno assegnate, dove sono e chi le riceverà

Il Comune di Roma acquisterà oltre 1040 nuove case popolari per rispondere all’emergenza abitativa. L’intervista all’assessore Tobia Zevi.
A cura di Alessia Rabbai
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Alcune delle case popolari nel X Municipio
Alcune delle case popolari nel X Municipio

Roma avrà 1040 nuove case popolari, un'iniziativa quella dell'amministrazione Gualtieri, che punta a dare una risposta concreta all'emergenza abitativa in città. Fanpage.it ha intervistato l'assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative Tobia Zevi, dopo la conferenza stampa di oggi pomeriggio nella Sala delle Bandiere in Campidoglio. Si tratta dell’acquisto più ampio mai realizzato da una città italiana negli ultimi decenni, per potenziare in modo strutturale il patrimonio pubblico di case popolari. L’acquisto degli alloggi si inserisce nel quadro del "Piano strategico per il diritto all’abitare 2023-2026".

Il rogito notarile di compravendita è stato sottoscritto questa mattina per la prima tranche di 336 alloggi da destinare all’Edilizia Residenziale Pubblica di Roma Capitale. L’atto, firmato dal Dipartimento Valorizzazione del Patrimonio e Politiche abitative e da Fondazione Enasarco, sancisce il definitivo trasferimento degli immobili al patrimonio pubblico, rendendo immediatamente disponibili gli alloggi per l’assegnazione tramite graduatoria, per un valore complessivo di circa 53 milioni di euro. La seconda tranche comprende 702 alloggi e sarà rogitata nel corso del 2026.

Tobia Zevi
Tobia Zevi

Assessore, quali sono i tempi di assegnazione e quando si stima che le famiglie potranno entrare nelle nuove case?

Sarà una procedura rapida, il tutto stimiamo che verrà fatto nel corso del 2026. Enasarco si è impeganata infatti a consegnarci case ristrutturate: le assegnazioni delle prime cento case che abbiamo acquistato partiranno già dai prossimi giorni. Dopodiché la procedura per i primi mesi del 2026 prevede che tecnici del dipartimento patrimonio e di Enasarco faranno sopralluoghi nelle prossime case da comprare, a cui seguirà una procedura di stima del valore che verrà inviata alla Agenzia delle Entrate, la quale dovrà attestarne la bontà e procederemo con il rogito.

Qual è l'importanza di questo acquisto che definisce "storico" e quale pensa sia l'impatto sul panorama dell'abitare a Roma?

Si tratta di un atto storico, perché è il più grande investimento fatto da una città italiana in politiche pubbliche sull'abitare negli ultimi decenni. Come amministrazione come avevamo già detto nel piano strategico per il dititto all'abitare con gli acquisti fatti e con quelli che porteremo a termine nei prossimi mesi prima della fine del mandato probabilmente riusciremo a rispondere al "bisogno di casa" dei tremila nuclei più fragili in graduatoria, che si trovano in un'emergenza abitativa più grave. Inoltre diamo un segnale politico a partire dal sindaco Gualtieri molto forte, dove Roma investe nel corso di un mandato oltre 500 milioni di euro per comprare nuove case per fronteggiare le politiche abitative, chiediamo un impegno diverso sia al Governo che all'Unione europea.

Di che tipo di abitazioni si tratta e come sono distribuite sul territorio romano?

La distribuzione delle nuove case popolari sul territorio cittadino è per noi motivo di orgoglio, perché siamo riusciti a comprare oltre mille case quasi su tutta Roma. La nostra intenzione era quella di evitare i quartieri ghetto. I municipi maggiormente coinvolti sono III, IV, V; VI e X, ma le case popolari da noi acquistate sono presenti anche in altri quartieri. Si tratta di abitazioni di metrature diverse, dato che la graduatoria riguarda nuclei famigliari di vario tipo, a seconda del numero di persone che li compongono.

In alcuni casi si tratta di "condomini misti", ci sono delle criticità?

Nelle scorse settimane ci sono state delle proteste anche comprensibili e legittime da parte dei cittadini, dato che molte di queste nuove case popolari si trovano in condomini "misti", ossia in parte formati da abitazioni popolari e in parte private. Comprendiamo la preoccupazione dei cittadini che hanno investito i propri risparmi e che temono di perdere la tranquillità e il proprio investimento. Allo stesso tempo però se vogliamo evitare quartieri ghetto bisogna creare una convivenza tra persone con reddito sociale diverso. Abbiamo introdotto dei correttivi per migliorare la delibera: impegno a farci carico di tutte le spese condominiali, partecipando alle assemblee e facendoci carico delle spese di miglioramento dell'immobile; mediazione sociale per l'inserimento nel contesto condominiale; ipotesi di ricorrere a bandi speciali nei casi in cui gli appartamenti acquistati in un immobile sia più alta del totale delle abitazioni presenti. Ciò per agevolarne la gestione sul fronte dell'impatto sociale, valutandone l'assegnazione a determinate catogorie, come esponenti delle forze dell'ordine, donne vittime di violenza, giovani singole. In ogni caso terremo sempre presenti le segnalazioni e le preoccupazioni dei cittadini.

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