Ripresi gli scavi alla Casa del Jazz per il giudice Adinolfi: l’ingresso al cunicolo sotterraneo è murato

Dopo poco meno di tre settimane di interruzione sono ripresi gli scavi alla Casa del Jazz. Non è chiaro perché siano stati interrotti, ma dall'oggi al domani, alla fine dello scorso novembre, la villa che era appartenuta ad Enrico Nicoletti si è svuotata. Stamattina la trivella ha ripreso a funzionare, come testimoniano i colpi che si possono sentire fin dall'esterno dell'immobile. Sul posto sono tornati i carabinieri, gli agenti della Polizia di Stato e gli operai che si stanno occupando degli scavi.
Era dal 28 novembre circa che, all'inizio di via Cristoforo Colombo a Roma, nella villa appartenuta all'avvocato Arturo Osio, da cui prende il nome, poi al Vicariato romano e, infine, a Nicoletti, considerato l'ex cassiere della Banda della Magliana. Secondo alcuni, inoltre, potrebbe trovarsi sotto alla Casa del Jazz anche il corpo di Emanuela Orlandi, come alcuni dissero al fratello Pietro anni fa.
Perché si è ricominciato a scavare sotto alla Casa del Jazz
A far aprire gli scavi è stato il giudice Guglielmo Muntoni che da tempo insisteva col dire che nella parte sottostante potrebbe trovarsi il corpo del giudice Adinolfi. Ufficialmente il giudice è scomparso sabato 2 luglio 1994. Era uscito di casa dando appuntamento alla sua famiglia per qualche ora più tardi. "Ci vediamo a pranzo", aveva detto prima di uscire. Ma non ha più fatto rientro.
Lavorava alla Corte d'Appello da circa venti giorni, da quando aveva concluso il suo incarico alla Sezione Fallimentare del Tribunale di Roma, dove si occupava delle aziende e dei loro segreti. Durante il suo incarico erano crollati dei colossi finanziarti che, secondo alcuni elementi, avrebbero avuto elementi con la criminalità locale, fra cui proprio la Banda della Magliana: dalla Fiscom, intorno a cui ruotavano figure dei Servizi Segreti e della malavita organizzata e per cui venne condannato in primo grado proprio Nicoletti, fino all'Ambra Assicurazioni.
Per quest'ultimo caso, qualche giorno prima di sparire, avrebbe telefonato al pm di Milano, Carlo Nocerino, titolare dell’inchiesta per bancarotta, offrendosi di testimoniare come "privato cittadino". Ma la sua testimonianza non è mai arrivata. Una testimonianza, però, che non è mai arrivata. Non è da escludere, inoltre, che tramite la sua posizione fosse entrato a conoscenza di ulteriori legami, intrecci e interessi sia politici che criminali dell'epoca.
Casa del Jazz, ricominciano i lavori: si scava ancora
Tornata anche la ditta che sta lavorando all'interno. E sul posto è tornato anche il figlio del giudice Paolo Adinolfi, Lorenzo, che da quando ha appreso dell'inizio dei lavori ha presidiato la zona. I lavori continuano, sembra che inquirenti e lavoratori siano determinati a raggiungere il tunnel sotterraneo di cui tanto si è parlato nelle scorse settimane, dopo quasi 29 anni dall'ultima volta, nel 1997.
Rispetto alla fine di novembre, però, il punto in cui si lavora è cambiato. Non è chiaro il motivo per cui si è scelto di cambiare zona di scavo. Che sia per cercare un'altra via di accesso rispetto a quella trovata in precedenza? Oppure per oltrepassare l'ingresso murato che aveva individuato la sonda nel corso dei lavori svolti fino al mese scorso.