Ridotta la pena a Hjorth per l’omicidio Cerciello, la vedova: “Infangata la memoria di mio marito”

"Questo processo così lungo, caratterizzato da una vergognosa slealtà processuale per confondere responsabilità e motivazioni per biechi interessi in termini di sconti di pena, non ha fatto altro che aggiungere altro dolore alla sofferenza per la morte violenta di mio marito Mario". Lo ha dichiarato tramite il suo legale Massimo Ferrandino, Rosa Maria Esilio, la vedova del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, a margine della sentenza della Corte d'Appello che ha condannato Gabriel Natale Hjorth a dieci anni e undici mesi di reclusione per l'omicidio del militare. La donna, che ha sempre seguito il processo, non ha nascosto l'amarezza per la pena comminata ai due turisti americani, che nella notte tra il 25 e il 26 luglio hanno ucciso Cerciello a coltellate.
"L'aver calpestato e infangato da parte di alcuni protagonisti di questa tristissima vicenda giudiziaria la memoria di un giovane sposo, caduto mentre espletava il proprio servizio, con la complicità di una certa stampa e di taluni politici, non hanno fatto altro che mostrare il volto disumano di un falso pietismo che respingo al mittente. Sferzante è stata l'azione denigratoria verso il ‘mio Eroe‘ che si è cercato di non riconoscere come tale, in questo tempo di indifferenza, insensibilità ed egoismi; eroe con sogni semplici, come tanti servitori dello Stato che sono al servizio della comunità con sacrificio e abnegazione rispettando un giuramento di fedeltà, che hanno qualcuno che li aspetta a casa e che progettano il futuro".
"Sentirsi abbandonati e sopraffatti non dovrebbe essere un sentimento da provare per coloro che dedicano la propria Vita agli altri. E allora tutto spinge e si orienta verso l'oblio come soluzione, la cancellazione della memoria di Mario e del baluardo che io rappresento nella disperata lotta contro questa irriverente tendenza. Un sincero ringraziamento va agli avvocati che hanno lottato con grande professionalità in tutti questi anni per affermare la verità dei fatti, purtroppo emersa tardivamente con la sentenza odierna".