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Zingaretti contro Azzolina: “Se riapriamo le scuole finiamo in zona rossa”

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti è intervenuto molto duramente nel dibattito sulla riapertura delle scuole. Il Governatore ha rivendicato la decisione di rinviare il ritorno in classe al 18 gennaio: “I presidenti di Regione hanno, non il diritto, ma il dovere qualora la curva epidemiologica varia, di assumere decisioni a tutela della salute e della vita”, ha dichiarato.
A cura di Natascia Grbic
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Non è possibile riaprire le scuole, altrimenti c'è il rischio di andare in zona rossa. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, motivando così la decisione di rimandare l'apertura degli istituti al 18 gennaio e inserendosi a gamba tesa nel duro scontro tra governatori regionali e governo. "Oggi la curva non si è arrestata – scrive Zingaretti in un comunicato – Anzi è in aumento. Deve essere chiaro che l'apertura in presenza delle scuole porterà ad un ulteriore aumento della curva ed è molto probabile che presto molte aree torneranno in zona rossa. Quindi nuovi contagi, nuovi ricoveri, terapie intensive piene e aumento delle morti degli esseri umani. Non è un caso che hanno riaperto le Regioni con alle spalle mesi di dure chiusure con radicali misure di contenimento. Questo deve essere ben chiaro a tutti e a tutte, senza ipocrisie o silenzi".

"Il governo non offre soluzioni"

Il presidente Nicola Zingaretti si è espresso molto duramente nei confronti del Governo, che accusa di "intervenire senza offrire soluzioni". "Anche i membri del governo che intervengono senza offrire soluzioni – continua – non si rendono conto che in primo luogo danneggiano il Governo di cui fanno parte. Ricordo che i presidenti di Regione hanno, non il diritto, ma il dovere qualora la curva epidemiologica varia, di assumere decisioni a tutela della salute e della vita. Lo prevede la Costituzione ed è coerente anche con gli orientamenti finora adottati dal governo".

Zingaretti: "Vaccino prima nelle scuole? Malati e anziani sarebbero a rischio"

Le dichiarazioni di Nicola Zingaretti arrivano nel momento in cui le scuole non solo del Lazio, ma di tutta Italia, sono in mobilitazione. Studenti e docenti chiedono a gran voce la riapertura degli istituti in sicurezza, contestando l'insufficienza delle misure sul fronte dei mezzi pubblici e il fatto soprattutto che la didattica a distanza non sta più funzionando. Zingaretti difende però la sua scelta di non riaprire le scuole, almeno per il momento. "Qualcuno ha detto: anticipiamo il vaccino subito al mondo della scuola. Anzi, a questo punto anche dell'Università e Ricerca. Se si abbandona il criterio dell'età perché no? Non sono contrario a priori, ma bisogna sapere cosa significa. Si dovrebbero modificare le linee guida, ma questo vorrebbe dire a malati e immunodepressi, anziani che rischiano la vita di mettersi in fila ad aspettare. Qualcuno di loro sarà molto a rischio. Occorrono milioni di dosi, forse solo per le scuole superiori ai tre milioni. Quindi mesi di attesa. Ecco, affrontare il ritorno a scuola significa questo. Non in maniera un po' furba dipingere come un irresponsabile chi si assume responsabilità nel governo del contagio, affrontando la sua complessità e drammaticità".

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