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Rave al Circo Massimo contro il decreto del governo Meloni: “La nostra festa non finisce”

Si sono dati appuntamento oggi alle 13: sono circa 200 i partecipanti al picnic libero, collettivo e autogestito alle Terme di Caracalla per protestare contro il decreto antirave.
A cura di Beatrice Tominic
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Si sono dati appuntamento all'ora di pranzo di oggi, alle 13, in pieno giorno, per un vero e proprio rave nel cuore di Roma, all'interno del parco adiacente alle Terme di Caracalla.  L'appuntamento è stato dato alla metro del Circo Massimo, come si legge nel volantino di invito che lancia Piknix, il primo picnic collettivo, libero e autogestito contro il nuovo articolo 633bis: "Rivendichiamo una taz, una zona temporaneamente autonoma, per riprenderci il nostro spazio e il nostro tempo".

Dopo un paio d'ore, verso le 15, la polizia ha circondato i partecipanti e ha impedito l'accesso alle persone che stavano ancora arrivando. Fuori dal parco si sono messe in sosta quattro camionette. "Aziona disturbo, alimenta riot", si legge in un cartello posto vicino alle tante casse per la musica. Il volume è altissimo, si sente musica techno e le persone, fra gli zaini e i gazebo, ballano e parlano fra loro: sono di ogni età, dai 20 ai quasi cinquant'anni.

Le persone presenti al rave nel parco vicino alle Terme di Caracalla. In lontananza la luce blu delle sirene della polizia.
Le persone presenti al rave nel parco vicino alle Terme di Caracalla. In lontananza la luce blu delle sirene della polizia.

La protesta contro il decreto antirave

Festosa, favolosa, sovversiva e dissidente: così viene descritta la mobilitazione delle centinaia di persone che si sono date appuntamento oggi in centro città per protestare contro il nuovo articolo 633 bis, parallelamente alla manifestazioni di piazza di altre città nel nostro Paese.

"Questa è una chiamata a chi suona, a chi balla, a chi lotta, a chi studia, a chi lavora, a chi abita, a chi occupa – hanno scritto nel volantino Piknix, dai caratteri arancioni su scritte nere – Emergenza dopo emergenza, governo dopo governo, decreto dopo decreto, si vogliono colpire gli spazi di libertà, di espressione, di socialità e di conflitto. Oggi è toccato ai rave ma da domani toccherà a chi occupa le scuole, le università, le fabbriche, le case, a chi sceglie di scendere in strada, a chi decide di lottare e a chi non ha altra scelta".

La protesta è per il 633bis e per il governo intero: "Repressivo, corporativista, patriarcale che, guidato dal capitale, usa il suo potere normativo sulla sicurezza e la salute pubblica per incriminare tutto ciò che non può mercificare. Contro questo decreto liberticida rispondiamo con un’azione di ripresa dello spazio pubblico, libera, autogestita e autoprodotta. Porta il tuo cibo, la tua musica, il tuo corpo, la tua fantasia: la socialità non può essere un reato".

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