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Rapina durante una finta perquisizione, arrestati tre poliziotti: avrebbero rubato 36mila euro

Secondo quanto emerso i tre si sarebbero presentati nell’abitazione, dicendo ai proprietari di casa di dover procedere a una perquisizione. Hanno intimato loro di rimanere in soggiorno, e hanno aperto la cassaforte in camera da letto.
A cura di Natascia Grbic
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Immagine di repertorio
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Tre poliziotti del commissariato Salario Salario sono stati arrestati dalla Squadra Mobile di Roma con l'accusa di aver rubato 36mila euro durante una finta perquisizione. Secondo quanto emerso durante le indagini, nate dalla denuncia dei proprietari dell'appartamento, i tre si sarebbero introdotti nella casa mostrando i distintivi e intimando ai proprietari di casa di rimanere nel soggiorno. A quel punto sono andati nella camera da letto, aprendo la cassaforte e rubando 36mila euro. I tre, al momento, si trovano agli arresti domiciliari. Oltre agli agenti, è stato arrestato anche un uomo di nazionalità albanese.

La rapina in un appartamento in via Maestrini

La rapina sarebbe avvenuta il 27 marzo in un appartamento di via Carmelo Maestrini a Roma, tra Tor De Cenci e il Torrino. I tre agenti si sarebbero presentati alla porta dicendo di dover procedere a una perquisizione. I proprietari non capivano, erano confusi, soprattutto quando i poliziotti hanno intimato loro di stare nel soggiorno, e si sono diretti nella camera da letto. Qui hanno aperto la cassaforte con le chiavi, che poi hanno portato via con loro dopo averla richiusa. I proprietari dell'appartamento hanno sporto denuncia. Dall'analisi dei tabulati telefonici, e del sistema di videosorveglianza della zona, sono emersi indizi di colpevolezza nei confronti dei tre, che sono stati così arrestati dalla Squadra Mobile.

La Questura: "Agenti sospesi"

La Questura di Roma, in una nota, ha fatto sapere che sia agenti coinvolti in questa indagine, sia quelli accusati di spaccio di droga, sono stati sospesi dal servizio in via cautelare. "Le due indagini – dichiara la Questura in una nota -, di cui l'una condotta dalla squadra mobile e la seconda portata a termine – per la parte che riguarda gli appartenenti alla polizia di Stato – insieme alla Guardia di finanza, rappresentano il frutto di un patrimonio anticorpale che ha sempre visto la Questura di Roma inflessibile nei confronti di operatori della polizia che, tradendo il giuramento prestato all'atto dell'arruolamento, dirottano il proprio percorso professionale all'insegna di una inclinazione a delinquere incompatibile con il mandato costituzionale che la Polizia di Stato custodisce gelosamente con l'impegno quotidiano delle donne e degli uomini in divisa che dedicano le proprie energie a beneficio della collettività nei diversi settori in cui l'attività di istituto si declina. Nei confronti degli operatori della Polizia di Stato coinvolti, il questore di Roma ha disposto, subito dopo la esecuzione delle misure cautelari, il provvedimento di sospensione cautelare dal servizio".

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