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Pronto soccorso a Roma al collasso, pazienti su barelle per giorni. E 118 chiede aiuto all’esercito

Mancano le ambulanze a Roma, bloccate nei pronto soccorso della Capitale, che non hanno più posti letto per accogliere i pazienti. Attese di ore, se non di giorni. E così Ares 118 ha dovuto chiedere nuovi mezzi di soccorso all’Esercito Italiano.
A cura di Enrico Tata
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

A Roma mancano le ambulanze del 118. Letteralmente. E così l'Ares deve chiedere mezzi d'emergenza all'Esercito Italiano, com'è già accaduto durante le prime ondate della pandemia da Covid-19. I soccorsi, come abbiamo raccontato, arrivano spesso a diverse ore di distanza dalla chiamata e una volta trasportati al pronto soccorso, i pazienti possono trascorrere giorni interi sulla barella prima di essere visitati da un medico. Mancano gli spazi fisici per prendere in carico le persone, mancano i posti letto. Per questo le barelle dei mezzi di soccorso restano ferme e immobilizzate negli ospedali per ore o per giorni, in alcuni casi. Le ambulanze rimangono parcheggiate nei piazzali degli ospedali, per le strutture che li hanno, o in doppia fila fino alla ‘liberazione' della barella, con gli operatori sanitari anch'essi fermi in attesa di poter ripartire.

Ares 118: periodo di forte sofferenza a Roma

Si tratta di un periodo di forte sofferenza, conferma l'Ares 118. Le chiamate sono tantissime e non solo a causa del Covid e di questa nuova ondata causata dalla diffusione della sottovariante Ba5 di Omicron. Negli ultimi giorni i contagi giornalieri nel Lazio hanno registrato picchi che non si vedevano dallo scorso mese di gennaio. I ricoveri per Covid restano per il momento sotto controllo, ma stanno aumentando di giorno in giorno. In generale ci sono tante, tantissime persone che si rivolgono ogni giorno al 118 anche a causa di questa terribile ondata di calore che sta investendo tutta Italia. I mezzi di soccorso, tra l'altro, sono impegnati anche nell'assistenza per gli incendi e, come noto, negli ultimi giorni ne sono scoppiati tantissimi nel Lazio, circa 170 in meno di due settimane.

Il 118 ha chiesto aiuto ai privati: bando quasi deserto

Per fare fronte all'emergenza, l'Ares 118 ha pubblicato un bando emergenziale lo scorso 29 giugno per chiedere ai suoi fornitori privati nuove ambulanze e servizi aggiuntivi. Hanno risposto soltanto due aziende, perché anche nel privato c'è una grave mancanza di personale sanitario. E allora l'ultima chance è quella di rivolgersi all'Esercito, con cui Ares 118 ha una convenzione che risale alle prime, terribili ondate di Covid. Anche allora i reparti sanitari delle Forze Armate dovettero scendere in campo per aiutare i sanitari del 118 gestione delle emergenze. Un'altra proposta fatta alla Regione Lazio dall'Ares è quella di permettere ai privati di inviare soltanto ambulanze e autisti. In questo modo, i mezzi resterebbero ‘parcheggiati' negli ospedali in attesa delle barelle, ma i sanitari potrebbero ripartire a bordo di un nuovo mezzo. Intanto, però, la situazione è sempre più difficile. Intorno alle 12 di oggi, giovedì 7 luglio, al pronto soccorso del Policlinico Umberto I e a quello del Gemelli ci sono circa 150 persone in attesa, in trattamento, sotto osservazione o in attesa di ricovero o di essere trasferiti.

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