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Il grido d’allarme dei vigili del fuoco di Roma: “Vicini al collasso, così non ce la facciamo più”

I sindacalisti dell’Usb spiegano: “Diciamo ai cittadini di salvarsi da soli perché noi non riusiamo più a farlo come vorremmo e dovremmo. Dalla nostra parte abbiamo solo il fato e la fortuna. Se si dovessero sviluppare due incendi di appartamento in zone limitrofe in uno dei due avverrebbe inevitabilmente una strage”.
A cura di Enrico Tata
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I vigili del fuoco di Roma lanciano un grido d'allarme per le loro condizioni di lavoro che, in vista del Giubileo 2025, non appare molto incoraggiante. Le considerazioni dei sindacalisti di Usb partono dal soccorso al dentista Ernesto Tafuri, morto in seguito a un incendio divampato all'interno del suo appartamento a Prati che si trova a pochi metri di distanza dal distaccamento dei vigili del fuoco. Quel giorno, però, i pompieri erano sprovvisti di autoscala. Sul posto è arrivata invece una scala proveniente dalla sede di via Genova, in pieno centro storico di Roma.

"Oltre a non avere in servizio le preziose autoscale, cominciano a scarseggiare anche le autopompe. Anche quelle di ultima assegnazione si rompono con estrema facilità e siamo costretti a raffazzonare un piccolo convoglio con le autobotti (destinate solo al trasporto di acqua) abbinate a delle jeep o a dei mezzi destinati agli interventi calamitosi. Situazione che non consente di caricare tutto il materiale necessario per gli interventi di soccorso. Situazione non sicura e irrispettosa anche per noi vigili del fuoco costretti a lavorare in situazioni indegne", denuncia l'Usb in una nota.

Secondo i vigili del fuoco, una spaventosa carenza di organico "non permette ai Pompieri di Roma di coprire tutti i mezzi di soccorso (quando ci sono). Allo stesso modo i distaccamenti chiudono per mancanza di personale sguarnendo intere zone. Come USB abbiamo segnalato innumerevoli volte ai vertici del Corpo Nazionale VVF questa condizione. Purtroppo se ne infischiano delle rimostranze sindacali e quello che accade è che la gente muore perché non riusciamo a garantire più il soccorso in maniera adeguata".

Ai cittadini, spiegano ancora i sindacalisti, "diciamo ai cittadini di salvarsi da soli perché noi non riusiamo più a farlo come vorremmo e dovremmo. Dalla nostra parte abbiamo solo il fato e la fortuna. Se si dovessero sviluppare due incendi di appartamento in zone limitrofe in uno dei due avverrebbe inevitabilmente una strage. Questo lo dobbiamo a una politica miope e ai dirigenti dediti solamente al risparmio e agli slogan".

E ancora, spiega Paolo Cergnar, coordinamento provinciale Usb vigili del fuoco di Roma, "quello che siamo vivendo come categoria è un vero "martirio"! La gente quando ci vede passare per strada ci saluta e ci rispetta, pensando che noi vigili siamo i loro "angeli custodi" Purtroppo questi "angeli" hanno le ali le hanno letteralmente bruciate e non riescono più a lavorare in condizioni dignitose. DIciamo basta, non ne possiamo più".

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