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Pranzi e finanziamenti per campagne elettorali: così Mr Asfalto cercava “protezione politica” per ottenere appalti

Ai pm, l’imprenditore Mirko Pellegrini, detto Mr. Asfalto, parla dei tentativi di avvicinare esponenti del Pd per ottenere appalti pubblici.
A cura di Francesco Esposito
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L’imprenditore Mirko Pellegrini
L’imprenditore Mirko Pellegrini

Cercava qualcuno che gli dicesse a quali gare partecipare, che gli desse una spinta a vincerle e chiudesse un occhio sui suoi lavori fatti male. Per questo Mirko Pellegrini, imprenditore edile attivo nel rifacimento stradale e perciò detto Mr. Asfalto, ha provato ad approcciare vari esponenti del Partito Democratico di Roma e del Lazio. Interrogato dai pubblici ministeri, ha raccontato di come avesse assoluto bisogno di un contatto stretto con la politica e l'amministrazione capitolina per aggiudicarsi alcuni lavori, in particolare dopo la morte, nel 2023, del senatore Bruno Astorre, a cui Pellegrini racconta di aver dato oltre trecentomila euro per finanziare varie campagne elettorali.

Il rapporto con Astorre: "Ho avuto favori grazie a lui"

"In concreto – ha detto ai pm -, chiedevo al senatore Astorre di poter avvicinare i componenti delle commissioni tecniche affinché gli stessi valutassero con favore le mie offerte e le mie proposte che, senza un ‘Santo in paradiso', non avrebbero avuto alcuna possibilità di aggiudicazione. In base ai risultati tuttavia so che qualche favore mi è stato fatto grazie a lui".

Il loro rapporto sarebbe iniziato, stando a quanto raccontato dall'imprenditore, nel 2013. Ma solo fra il 2017 e il 2018 sarebbe diventato stretto a tal punto da essere un punto di forza per entrambi. Secondo le accuse, da cui Astorre non può più difendersi, Mr. Asfalto avrebbe beneficiato della posizione e dell'influenza del senatore per aggiudicarsi alcuni appalti. In cambio, Pellegrini avrebbe finanziato con 40mila euro la campagna regionale del Pd nei collegi di Frascati e Marino e, nel 2014, con 10mila euro le comunali di Frascati. La donazione più ingente, 300mila euro, non sarebbe stata legata a un'occasione specifica, ma finalizzata a "continuare i rapporti".

Alla ricerca di nuovi contatti

Con la morte di Astorre, Pellegrini avrebbe cercato un sostegno politico in altri esponenti del Pd laziale. "Cercai inizialmente di capire quale fosse l'ambito in cui cercare anche perché ricordavo che già Astorre mi riferiva delle difficoltà che incontrava nel Comune di Roma: pertanto, avendo saputo che a Roma contavano e contano due personaggi: Goffredo Bettini e Claudio Mancini del Pd".

Non riuscendo ad avvicinare Bettini, si sarebbe diretto verso Mancini, di cui dice: "Nell'ambiente è diffusa la convinzione che sia Claudio Mancini il ‘vero Sindaco di Roma'". Il primo contatto sarebbe avvenuto durante un pranzo con altri imprenditori. L'obiettivo, però, non sarebbe stato raggiunto e in successive occasioni, ricorda Pellegrini, i due si sarebbero limitati al saluto. Una in particolare si sarebbe verificata in un ristorante al Circo Massimo: "Solo in quella occasione pagai il pranzo per tutti, a noi e a Mancini e il suo commensale – sottolinea Pellegrini -. Dopo i finanziamenti consegnati a Astorre non ho dato ulteriori soldi ad altri politici".

Sentito d RomaToday, Claudio Mancini ha replicato che Pellegrini gli sarebbe stato "presentato in un ristorante con numerose altre persone" e che poi "non ho avuto alcun tipo di rapporto, dal pranzo di gennaio all'emergere dell'inchiesta a novembre".

Nel frattempo Mr. Asfalto avrebbe puntato anche Daniele Leodori, segretario del Pd Lazio e anche lui, come Mancini, estraneo alle indagini della magistratura. Avrebbe provato ad avvicinarlo in occasione di un pranzo nel febbraio 2024. "Il pranzo lo organizzò un imprenditore per verificare la possibilità di notizie su eventuali appalti di nostro interesse – spiega Pellegrini -. Dopo la morte di Bruno Astorre, infatti, avevo bisogno di consigli anche a livello politico sui lavori che avrei potuto aggiudicarmi o su cui impegnarmi. Da quel pranzo non emerse nulla di utile per me. In quel momento non c'erano affari in corso".

Sempre a RomaToday, Leodori ha risposto "Ricordo solo di un pranzo fugace con Pellegrini, insieme ad altre persone, durato al massimo 40 minuti. Al tavolo non si parlò mai di appalti".

L'arresto di Mr. Asfalto

Mr. Asfalto è stato arrestato nel maggio 2025 per corruzione, turbativa d'asta e finanziamento illecito. Nel corso dei mesi, però, l'indagine si è allargata e, nei primi giorni di dicembre, 32 persone, fra fisiche e giuridiche, sono state accusate di una lunga serie di reati: turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta, corruzione, riciclaggio e autoriciclaggio.

Il pm Lorenzo Del Giudice avrebbe ricostruito l'esistenza di un'associazione a delinquere finalizzata a conseguire illecitamente contratti d’appalto da Roma Capitale e da altri enti pubblici. Questa sarebbe stata organizzata dagli imprenditori indagati Mirko e Simone Pellegrini, Flavio Verdone, Roberto Filipponi e Alessandro Di Pietrantonio.

Indagato anche un geometra del Campidoglio

È indagato anche un funzionario pubblico, il geometra del dipartimento Simu (Infrastrutture e Lavori Pubblici) di Roma Capitale Paolo Di Stefano, accusato di aver intascato dall'imprenditore somme di denaro per complessivi 30mila euro e due orologi di pregio. In cambio, avrebbe allentato i controlli sulla regolarità dei lavori stradali nei cantieri di Acquacetosa/Ostiense e di Castel Di Leva. Un altro dipendente del Simu, Alessandro Zaghini, avrebbe ricevuto la stessa cifra "affinché lo stesso non applicasse una minacciata penale pari al 10% per asseriti ritardi nell’esecuzione dei lavori di Via Palmiro Togliatti".

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