Pietro Orlandi al sit-in in ricordo di Emanuela: “C’è un fascicolo nello Ior a cui nessuno ha mai avuto accesso”

Un centinaio di persone si sono riunite nel pomeriggio di oggi, sabato 21 giugno, in piazza del Risorgimento a Roma, a pochi passi dalla Città del Vaticano, per ricordare Emanuela Orlandi. Di lei si è persa ogni traccia 42 anni fa, quando era ancora 15enne, e da allora suo fratello Pietro si batte per avere giustizia. "Verità e giustizia sono i principi fondamentali della persona di Gesù Cristo e Papa Leone XIV li ha ripresi già nelle prime udienze ripetendo queste parole chiave", ha dichiarato prima dell'incontro: "Domani è l'anniversario della scomparsa di Emanuela, mi auguro che il Papa ne parli all'Angelus". Durante il suo intervento, Pietro Orlandi ha dichiarato: "Esiste un fascicoletto sul caso nell'archivio dello Ior, nessuno vi ha potuto avere accesso, nemmeno l'ex comandante della Gendarmeria, Domenico Giani quando era incaricato di fare ricerche".

Lo Ior è l'Istituto per le Opere di Religione, ovvero l'ente della Città del Vaticano che provvede alla custodia e all'amministrazione delle attività di gestione dei beni immobili e mobili della Santa Sede. Pietro Orlandi ha dichiarato che a Giani, ex comandante della Gendarmeria, "fu impedito di andare allo Ior" per recuperare il presunto fascicolo su Emanuela: "Lo Ior è l'unico luogo dove il capo della polizia vaticana non può mettere piede".
Durante il sit-in, al quale ha preso parte anche la mamma di Alessandro Venturelli, scomparso il 4 dicembre 2020, Orlandi ha detto di voler incontrare Papa Leone XIV: "Non può non conoscere la vicenda di Emanuela", ha dichiarato, "sa che c'è una inchiesta aperta e che ci sono tante critiche sull'atteggiamento di riservatezza che il Vaticano ha sempre tenuto negli anni. Non dovrebbe considerare questa vicenda come secondaria". Orlandi ha anche dichiarato di non essere mai riuscito a incontrare Papa Francesco: "Fino all'ultimo giorno non ha voluto incontrarmi, perché questo atteggiamento?".
