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Pd Lazio, Leodori: “Rocca impalpabile, nuova segreteria per tornare a vincere in regione”

Il segretario del Partito Democratico del Lazio Daniele Leodori a Fanpage.it: “L’unità è la nostra forza”. Gli obiettivi della nuova segreteria: conferma di Gualtieri, costruzione di un campo largo e riconquista della Regione.
A cura di Francesco Esposito
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“L'unità nel partito ci dà una proiezione esterna rispetto alla costruzione di una coalizione ampia”. A Fanpage.it il segretario del Partito Democratico del Lazio Daniele Leodori commenta così il rinnovamento della sua squadra. Coesione interna per puntare, oltre che a restare al Campidoglio, a tornare al governo della Regione.

Per questo i democratici laziali hanno dato il via a una conferenza programmatica su cui costruire un campo largo per le prossime elezioni. Senza dimenticare di dare il proprio contributo anche a livello nazionale ed europeo: dal 25 al 28 settembre torna la Scuola di formazione politica di Ventotene, insieme all’eurogruppo dei Socialisti e Democratici. "Ventotene non è solo un luogo della memoria, ma un simbolo vivo – ricorda Leodori – proprio lì, in tempi bui, si è immaginata un’Europa unita e democratica. Tenere a Ventotene la scuola di formazione politica significa riconoscere il valore di quella storia e metterla in dialogo con le sfide di oggi".


C’è una nuova segreteria regionale del PD, quali sono secondo lei i punti di forza di questo gruppo e quindi quali obiettivi vi ponete? 


Il punto di forza è l'unità vera del Partito Democratico del Lazio nell'affrontare le sfide del prossimo biennio e quindi dare un contributo anche a livello regionale e territoriale al Partito nazionale per quanto riguarda le politiche. Poi lavorare per una riconferma del sindaco di Roma Roberto Gualtieri e per la riconquista della regione dopo una legislatura di governo di Francesco Rocca abbastanza impalpabile.

L'unità nel partito ci dà una proiezione esterna rispetto alla costruzione di una coalizione ampia e allo stesso tempo coesa, con un programma chiaro che metteremo a punto con delle assemblee sul territorio e con una grande conferenza programmatica che durerà tutto il 2026, e che ci aiuterà a costruire un programma per affrontare queste sfide.

Quindi per tornare a vincere anche in regione dopo Roma, puntate su un campo molto largo?


Puntiamo alla costruzione di una coalizione ampia e plurale. Il centro-sinistra e il campo progressista si presentano uniti in questa tornata elettorale in tutte le regioni che votano adesso e crediamo che questa alleanza sia ormai consolidata e che debba essere costituita anche nel Lazio per arrivare ad essere competitivi rispetto a un centrodestra che rimane un avversario forte.

Per far questo lavoreremo alla costruzione di una coalizione ampia, comprendente tutte le forze alternative al centrodestra, sia a livello nazionale che regionale.


Voi avete anche contestato più volte nei mesi scorsi l'immobilismo della maggioranza in consiglio regionale. È cambiato qualcosa?


Non ce ne siamo accorti, quindi riteniamo di no. Se ne accorgono i cittadini o gli amministratori locali? Non ci risulta. Perché non c'è un'interlocuzione costante e solida a livello regionale per affrontare i numerosi temi del nostro territorio.

In un panorama internazionale molto complesso, che disorienta, ci saranno sicuramente conseguenze economiche nel breve e medio periodo, e manca un apporto della Regione Lazio per supportare l'economia locale. Tutto questo è assente dal dibattito e dall'azione amministrativa della regione, a dimostrazione di una scarsa capacità di programmare e di incidere sui processi.


Se dovesse scegliere tre temi in particolare su cui il presidente Rocca sta fallendo, quali sceglierebbe e perché?


Partirei dalla sanità, che doveva essere il loro fiore all'occhiello e che invece si sta rivelando un boomerang difficile da invertire nei prossimi anni, perché tutti gli obiettivi e i numeri iniziali sono negativi, a partire dai livelli essenziali di assistenza (LEA), scesi di 10 punti solo nel 2023.

Sulle liste d'attesa, alle quali avevano provato a dare una risposta, il loro progetto si è rivelato inefficace, coinvolgendo esclusivamente la sanità privata. L'obiettivo non è stato raggiunto e lo vediamo dal sovraffollamento dei pronto soccorso. Questo è il primo tema.

Il secondo tema è il trasporto pubblico, soprattutto ferroviario, e l'incapacità di dare risposte adeguate ai numerosi pendolari, che incontrano sempre più difficoltà nel trasporto pubblico locale, che dovrebbe essere organizzato al meglio dalla regione.

Il terzo tema riguarda la gestione dei fondi europei del PNRR e dei fondi strutturali 21-27: la spesa è ferma al palo. Al di là dei dati sbandierati, che non trovano riscontro reale. Qulle risorse dovevano rilanciare l'economia post-Covid, ma la Regione Lazio è carente e assente nel tentativo di rilancio economico, in un contesto già complicato, oltre che dal Covid, dalla crisi internazionale, che ha ricadute anche sull’economia regionale.

Torna per il terzo anno la Scuola di formazione politica di Ventotene, organizzata dal PD Lazio insieme al gruppo europeo dei Socialisti e Democratici, che si terrà dal 25 al 28 settembre. Che valore ha questa scuola alla luce del contesto politico europeo e mondiale, e perché è importante che si tenga proprio a Ventotene?

La nostra scuola, che organizziamo ormai da tre anni, non è soltanto trasmettere saperi, ma aiutare a sviluppare insieme capacità di analisi e visione. I ragazzi sono parte attiva, protagonisti del percorso. È un’occasione per fornire strumenti critici e capacità di orientarsi in una realtà complessa. Oggi, più che mai, siamo sommersi da informazioni: basta un click per avere notizie di ogni tipo, 24 ore su 24. Ma ciò che serve davvero è la capacità di interpretarle, capire cosa significano, quali conseguenze hanno sulle nostre vite.

Viviamo in un tempo segnato da disuguaglianze crescenti, da guerre e tensioni geopolitiche che ridisegnano gli equilibri globali, dall’irruzione dell’intelligenza artificiale che trasforma lavoro e quotidianità, da una comunicazione politica sempre più povera e polarizzata. E intanto vediamo diritti che pensavamo acquisiti tornare in discussione.

Ventotene ci ricorda che la politica non può ridursi a inseguire consenso o slogan: deve tornare a essere comunità, formazione, progetto. Questo è il senso profondo della nostra scuola: unire memoria e futuro, dando ai giovani la possibilità di costruire insieme un’idea nuova di politica.

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