Pasticcio a Ostia, il presidente Falconi ‘licenzia’ l’assessora alla Legalità: è scontro nel Pd

Il presidente del Municipio X di Roma, Mario Falconi, ha escluso Ilaria Meli dalla sua giunta. Dopo le dure proteste dello scorso novembre in merito alla gestione di Falconi, su proposta dei Giovani Democratici era stata nominata Assessora alla Legalita, alla Trasparenza, alla Cultura e alle Politiche Giovanili. Meli è docente a contratto di Strategie internazionali di contrasto alla criminalità organizzata all'Università Statale di Milano, ha vinto un assegno di ricerca per studiare le dinamiche del clan dei Casamonica e in passato è stata cultrice della materia nel corso di Sociologia della Criminalità Organizzata tenuto dal professore Nando dalla Chiesa. Il suo ruolo non prevede l'aspettativa e quindi sono state necessari alcuni passaggi amministrativi prima di poter accettare l'incarico da assessora a Ostia. A metà gennaio Meli ha dato la sua disponibilità, ma Falconi le ha revocato la nomina.
Spiega su Facebook la diretta interessata: "Quando avrei potuto procedere alla firma, ho invece ricevuto una nota del Presidente che non confermava l’incarico e mi proponeva una fumosa collaborazione fuori giunta sui temi della legalità e della trasparenza. Tale decisione, non preannunciata nemmeno da una telefonata, veniva motivata da una presunta incertezza sui tempi dell’autorizzazione che, tuttavia, era arrivata 10 giorni prima e della quale erano tutti informati. Le motivazioni pretestuose avanzate rendono evidente la natura politica di tale scelta, della quale non posso che prendere atto". E ancora: "Senza serietà e fiducia vengono meno i presupposti per progettare azioni comuni.La decisione di relegare la legalità e la trasparenza a un incarico privo del reale potere di incidere è arrivata nonostante recenti indagini delle Forze dell’ordine ci raccontino dell’attualità del problema criminale sul litorale.Ancora una volta, quando ci sarebbe stata la necessità di trovare un modo giusto di parlare e affrontate questi temi, si fa un passo indietro, invece che uno avanti".
La segretaria dei Giovani democratici di Ostia, Giorgia Cirelli, ha commentato così la notizia ai microfoni di Fanpage.it: "Siamo rimasti abbastanza scandalizzati da questa scelta. Chiedevamo un chiaro un segnale di discontinuità, che poi è stato il motivo per cui ci siamo incatenati lo scorso novembre, e questo segnale è mancato. Questa decisione ci ha lasciato molto perplessi. Il sindaco Gualtieri, c'è da dire, ha provato a riaprire il tavolo delle trattative anche con noi, ma non ce la siamo sentita di mettere in campo un altro nome senza avere delle garanzie. Noi continueremo la nostra lotta e finché non vedremo discontinuità, non entreremo a far parte della giunta. Ci attendono sfide importanti, come il bando sulle spiagge libere e ancora di più il destino degli stabilimenti balneari".
Lo scorso novembre i Giovani democratici di Ostia hanno occupato la sede nazionale del Partito democratico e si sono incatenati davanti al municipio di Ostia per protestare contro l'amministrazione guidata da Mario Falconi, eletto con il Pd, a loro dire troppo in continuità con la precedente giunta di centrosinistra, guidata da Andrea Tassone e sciolta per mafia nel 2017. "La nostra protesta è servita per ottenere dal sindaco un'attenzione riguardo a ciò che accade a Ostia. In questo senso abbiamo certamente apprezzato lo sforzo di Gualtieri, che ci ha ribadito l'esigenza di avere una figura come Meli in giunta. Noi abbiamo chiesto al sindaco garanzie su un punto e cioè l'annunciata restituzione della delega al Litorale a Roma Capitale e su questo in settimana avremo tempi certi. Il sindaco ha dimostrato di avere a cuore la questione". “Si tratta di una volontà condivisa dal presidente Mario Falconi e dalla sua giunta, e lavoreremo in strettissima collaborazione", aveva annunciato Gualtieri a fine novembre.
Ha raccontato a Fanpage.it Margherita Welyam, consigliera dei Giovani democratici al X Municipio, una delle protagonisti della protesta con catene dello scorso novembre: "Dopo lo sforzo ‘fisico' delle nostre proteste e dopo lo sforzo che avevamo compiuto per metterci a tavolino e trovare un accordo, siamo rimasti quantomeno spiazzati e delusi dalla scelta del presidente".