Palazzo crollato al Flaminio, tre condanne: maxi risarcimento da oltre 500mila euro

Il giudice del tribunale di Roma ha inflitto condanne per un totale di quattro anni a tre persone ritenute responsabili del crollo avvenuto il 22 gennaio 2016 in un palazzo al lungotevere Flaminio. Si tratta dell'architetto Massimo Canepa, legale rappresentante della società che fece i lavori, condannato a due anni. Il progettista Roberto Mattei e il titolare della ditta che curò la ristrutturazione, Pasquale Famà, entrambi condannati a un anno. Per tutti la pena è stata sospesa, ma dovranno risarcire i danneggiati per oltre 500mila euro.
Lo stabile compromesso da dei lavori
Secondo l'accusa della procura, sarebbe stato l'intervento edile a far collassare il sesto e il settimo piano dell'edificio risalente agli anni '30, compromettendo la stabilità dell'intero immobile.
"Pur attendendo le motivazioni della sentenza, possiamo senz'altro definirla erronea, perché sono state ignorate prove decisive della innocenza del nostro assistito", hanno dichiarato Giuseppe Cincioni e Francesco Nardocci, i difensori di Massimo Canepa.
Il crollo avvenuto nel 2016
Solo per un caso fortuito non c'è stata nessuna vittima. Un'inquilina del settimo piano ha infatti chiamato i vigili del fuoco poco dopo la mezzanotte quando ha visto cadere a terra i primi calcinacci. Quando sono arrivati, i vigili del fuoco hanno capito immediatamente che la situazione era gravissima e hanno fatto evacuare tutto il palazzo, svegliando anche le persone che dormivano e che sarebbero state inevitabilmente coinvolte nel crollo. Non appena le persone sono uscite dal palazzo, gli ultimi piano del palazzo hanno cominciato a cedere, facendo piovere tonnellate di cemento in strada.