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Otto medici indagati per la morte di un bimbo di due anni: “Pacemaker impiantato male”

“Vogliamo che sia fatta chiarezza sulla morte di nostro figlio” sono le parole della mamma di Giacomo Francesco Saccomanno, un bambino di Rosarno morto a due anni all’ospedale Bambino Gesù di Roma. Secondo la perizia di parte civile ad ucciderlo sarebbe stato il mal posizionamento del pacemaker alla nascita e le gravi negligenze dei medici.
A cura di Alessia Rabbai
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Gravi ritardi, negligenze e superficialità sarebbero le cause che hanno portato alla morte di Giacomo Francesco Saccomanno, un bimbo di due anni di Rosarno deceduto il 3 gennaio del 2019 all'ospedale Bambino Gesù di Roma. Per la sua prematura e tragica scomparsa la Procura ha aperto un'inchiesta e iscritto nel registro degli indagati otto medici, con l'accusa di omicidio colposo. Al piccolo, nato il 14 settembre del 2016 con un blocco atrioventricolare completo congenito, è stato impiantato un pacemaker al centro cardiologico pediatrico Mediterraneo dell'Ospedale Bambino Gesù del San Vincenzo di Taormina. Un intervento che ha avuto come seguito un vero e proprio calvario per la famiglia, con il trasferimento nella sede di Roma, dove nel 2019 Giacomo è deceduto per arresto cardiocircolatorio. I genitori Jacopo e Maria Laura, che hanno sporto denuncia, domani saranno in aula davanti al giudice delle indagini preliminari per l'incidente probatorio, sostenuti dall'avvocato Domenico Naccari. Secondo la perizia di parte i medici hanno impiantato male il pacemaker e chi si è occupato di Giacomo non è intervenuto tempestivamente con un'operazione d'urgenza, che avrebbe potuto salvargli la vita. La mamma di Giacomo a Fanpage.it: "Vogliamo che sia fatta chiarezza sulla morte di nostro figlio".

Giacomo morto a due anni al Bambino Gesù

Secondo quanto messo nero su bianco nella perizia di parte civile il mal posizionamento dell'impianto e la leggerezza dei medici che lo hanno visitato ogni tre mesi e che non si sono accorti di quanto la situazione fosse grave, ritardando l'intervento, hanno condannato il bambino a morte. Un errore quello dell'inserimento dell'apparecchiatura, che avrebbe provocato un progressivo strangolamento dell'arteria polmonare, con l'occlusione del vaso e l'aggravarsi delle condizioni di salute del bimbo, fino a condurlo al decesso. I segnali che ci fosse qualcosa che non funzionava correttamente si sono presentati nel mese di aprile 2018 ma i medici avrebbero ritardato la Tac da settembre a novembre e rimandato l'intervento chirurgico che avrebbe potuto salvare la vita al piccolo Giacomo. Le condizioni di salute del bambino sono precipitate il 31 dicembre del 2018, quando il piccolo è stato trasportato con aereo militare in codice rosso dall'ospedale di Polistena in provincia in provincia di Reggio Calabria al Bambino Gesù. "Ad aspettarlo a Roma la sera dell'ultimo dell'anno non c'era alcuna équipe medica, non c'era nessuno, neppure la cardiochirurga che lo aveva in cura" ha spiegato la mamma. Giacomo è morto intorno alle ore 5.40 per un arresto cardiaco che ne ha fortemente compromesso gli organi e danneggiato l'attività cerebrale.

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