Operaio morto schiacciato dall’ascensore della Farnesina: cinque persone a rischio processo

Sarebbe bastato un controllo sulle sue capacità per evitare la morte di Fabio Palotti, l'operaio trentanovenne morto schiacciato da un'ascensore mentre stava lavorando alla Farnesina. Secondo la ricostruzione del procuratore aggiunto e del pm, la verifica sul possesso dei requisiti per il genere di intervento previsto. Con questo controllo la dirigente, invece, avrebbe potuto scoprire le lacune di Palotti.
I cinque indagati a rischio processo
Per questa ragione la responsabile del servizio di prevenzione e protezione del ministero degli Affari esteri rischia di andare a processo per omicidio colposo. Con lei rischiano il procedimento anche altre quattro persone. Con il suo stesso capo d'imputazione, anche l'amministratore della Smae, società titolare del contratto di sub appalto di manutenzione alla Farnesina che aveva assunto l'operaio. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, neanche lui avrebbe verificato i requisiti di Palotti prima di affidargli il lavoro.
Oltre a loro due, a rischio processo ci sarebbero anche, come scrive il Corriere della Sera, un funzionario del ministero degli Esteri, un avvocato rappresentante del Rti, cioè del raggruppamento temporaneo di imprese, che aveva subappaltato la manutenzione e l'avvocato della società capofila del raggruppamento stesso.
La morte di Palotti
L'incidente in cui ha perso la vita Palotti è stato scoperto il 28 aprile del 2022. Secondo quanto ricostruito, sarebbe morto dopo che uno dei dipendenti della Farnesina ha chiamato l'ascensore. Sembra che Palotti in quel momento stesse svolgendo la manutenzione, senza che questa fosse segnalata in alcun modo. Così è morto schiacciato dalla macchina. Il suo corpo è stato rinvenuto soltanto tredici ore dopo l'incidente.