Ondate di calore a Roma, il suolo sulle piste ciclabili raggiunge i 68 gradi: la rilevazione di Legambiente

Allerta caldo a Roma, città da bollino rosso, dove le temperature estive mettono a rischio la salute dei più poveri. A ricordarlo è Legambiente, durante un sit-in nel parcheggio della Regione Lazio in via Cristoforo Colombo per la campagna nazionale "Che caldo che fa! Contro la cooling poverty: città + fresche, città + giuste". È solo metà giugno ma a Don Bosco il termometro registra 38 gradi, 35 a Garbatella e sempre a Don Bosco al suolo di una pista ciclabile il termometro ne ha rilevati addirittura 68.
"Nei quartieri a basso reddito – commenta il direttore di Legambiente Giorgio Zampetti – l’esposizione al caldo è maggiore e il rischio di malori aumenta". Lo studio presentato da Legambiente fornisce dati su Roma registrati tra il 19 e il 20 giugno in un'area di mezzo chilometro. Le temperature sono più contenute all'ombra, almeno 15 gradi in meno, nelle zone verdi in cui ci sono alberi, termoregolatori naturali.
Le rilevazioni a Garbatella e Don Bosco
Legambiente nel suo monitoraggio sulle ondate di calore nelle città italiane per quanto riguarda Roma ha fatto trentuno termografie, prendendo come esempi Garbatella e Don Bosco. Le rilevazioni sono state fatte il 19 e 20 giugno nelle ore centrali delle giornate e dunque le più calde in zone in cui si trovano farmacie, supermercati, fermate di bus, piste ciclabili e parchi.
A Garbatella la temperatura media dei vari punti presi in esame era di 35,4°C, mentre a Don Bosco di 37,9°C. La temperatura massima del suolo ha raggiunto un picco di 52,2°C alla fermata del bus Giulio Agricola e di 68°C in una pista ciclabile a Don Bosco. Secondo i dati Istat del 2022 a Roma la temperatura media ha raggiunto i 18,7°C, con un incremento di +3,1°C rispetto alla media 1971 – 2000 e più che doppio rispetto all’aumento medio nazionale del periodo preindustriale di +1,48°C.
Sempre più frequenti anche le notti tropicali, durante le quali la temperatura minima non scende sotto i 20°C, mentre l’effetto isola di calore segna una differenza di 6,5°C tra le zone centrali e il quadrante est della città grazie alle aree verdi.
Quartieri e periferie più densamente abitati a rischio
A risentire delle alte temperature sono soprattutto i quartieri e le periferie più densamente abitati, i poveri sono più a rischio, perché maggiormente esposti al caldo. Le temperature elevate infatti possono causare danni alla salute fino alla morte. "A livello nazionale, l’associazione ambientalista chiede di approvare un piano di adattamento climatico, con un focus specifico sulle città, che preveda misure che vanno da interventi di rigenerazione urbana in grado di attutire gli effetti di questo fenomeno, a partire dall’aumento di aree verdi, delle infrastrutture blu e di ombreggiature, fino all’attivazione di servizi a supporto delle fasce più esposte, per età, aspetti sanitari o sociali e l’implementazione di servizi di allerta e supporto sanitario" spiegano da Legambiente.
"A livello locale, nel caso specifico di Roma, l’associazione ambientalista chiede interventi a Piazza San Giovanni Bosco, per mitigare l’effetto delle isole di calore, e al parcheggio antistante la Regione Lazio (attualmente completamente al sole e caso emblematico come parcheggi pubblici, così come fermate del Tpl esposte al sole e in generale luoghi di attesa per gli uffici pubblici, necessitino di coperture adatte a fornire ombreggiamento).
Infine, Legambiente chiede modifiche al Regolamento Edilizio, attraverso delle percentuali obbligatorie di superfici permeabili negli spazi cittadini privati e pubblici (parcheggi, cortili, piazze) e di recupero, riutilizzo e risparmio di acqua negli edifici, in tutti i casi di nuova costruzione e ristrutturazione di edifici e lotti. I materiali da utilizzare per le pavimentazioni negli spazi urbani pubblici e privati non devono superare determinati coefficienti di riflessione, così come l’inserimento di pensiline fotovoltaiche che permettano di ridurre gli effetti dell’eccessivo soleggiamento".