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Ondate di calore a Roma colpa del riscaldamento globale, Pasini: “In autunno rischio piogge violente”

A Roma sono sempre più frequenti le cosiddette ‘ondate di calore’, fenomeni estremi con cui dovremo imparare a convivere nei prossimi anni. La temperatura continua ad aumentare, e c’è bisogno di politiche climatiche che invertano la tendenza.
A cura di Natascia Grbic
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Sono giorni che a Roma il termometro sfiora i quaranta gradi. Le temperature sono sempre più alte, non ci sono piogge, fiumi e laghi si stanno ritirando. Abbiamo intervistato in merito Antonello Pasini, autore del libro ‘L'equazione dei disastri. Cambiamenti climatici su territori fragili', ricercatore del Cnr e docente di Fisica del clima all'Università di Roma Tre.

Le ondate di calore che si stanno verificando a Roma sono da attribuire al riscaldamento globale?

In genere quando abbiamo a che fare con gli eventi estremi siamo sempre molto cauti ad attribuirli al riscaldamento globale. Il problema è che quanto sta accadendo a Roma e in tutta Italia è tipico del riscaldamento globale, che nel Mediterraneo si vede soprattutto in questo modo, con l'estensione verso nord di quegli anticicloni africani che una volta stavano stabilmente sul deserto del Sahara e che ora entrano e portano un caldo molto più forte di quello cui eravamo abituati.

Prima l'estate era caratterizzata dall'anticiclone delle Azzorre, un cuscinetto di aria stabile molto più mite e c'erano meno eventi estremi. Ora il riscaldamento globale di origine antropica ha fatto espandere verso nord la circolazione equatoriale tropicale, con l'anticiclone che entra più spesso nel Mediterraneo e porta forti ondate di calore. In città come Roma specialmente si soffre, ma questo caldo è pericoloso per alcune categorie a rischio, come gli anziani, che non hanno un sistema termoregolatorio perfetto e rischiano di arrivare velocemente alla soglia di tolleranza fisiologica.

Ma non ci sono solo problemi fisici. Questo caldo porta problemi anche di natura chimica. A causa delle ondate di calore nelle grandi città nascono degli inquinanti molto pericolosi per la salute delle persone. In condizioni di alta temperatura e grande soleggiamento, gli inquinanti primari come quelli dei veicoli a combustione interna (ad esempio le marmitte) sono sottoposti a reazioni chimiche con la luce solare, facendo nascere inquinanti secondari o fotochimici, come l'ozono. Questi inquinanti sono estremamente pericolosi per le vie aeree, tanto che in altre città del mondo, come Los Angeles o Città del Messico, i sindaci emettono il coprifuoco diurno per gli anziani, i bambini, gli asmatici e i cardiopatici.

In una città come Roma, dove ci sono quasi più macchine che persone, questo peggiora la situazione?

A livello di inquinamento certo, e poi c'è il fatto che le auto riscaldano ancora di più. Roma fortunatamente è una città con molto verde, anche se ha una zona di calore abbastanza estesa, con la temperatura nelle zone centrali più alta anche di tre o quattro gradi rispetto alla campagna circostante.

Andrà sempre peggio?

Questo ovviamente dipende da noi, il futuro è nelle nostre mani. Queste ondate di calore ce le porteremo appresso per i prossimi decenni, dato che non torneremo indietro con la temperatura media globale. Siamo già a +1/+2 gradi, e vogliamo fermarla a un grado e mezzo, questo è l'obiettivo della comunità scientifica. Quindi questi eventi estremi che vediamo ora, e non parlo solo delle ondate di calore, ce li teniamo.

Dobbiamo fare piani di adattamento su questo e fare in modo di non peggiorare la situazione, perché quando arriveremo a +4/+5 gradi sarà ingestibile e dovremmo andare via dalle città. Possiamo ancora adattarci, ma dobbiamo programmare bene il futuro di questa umanità, altrimenti arriveranno a cascata tutti effetti negativi.

Quanti anni abbiamo prima che la temperatura arrivi a questi 4/5 gradi?

Io spero che riusciamo a scongiurarli con le politiche climatiche, anche se non sono perfette. La stima è che saranno raggiunti nel 2100, ma se non invertiamo la tendenza già nel 2050 arriveremo a tre gradi e mezzo.

Nel Lazio abbiamo anche un grosso problema di siccità.

Si, persino Roma che non ha mai avuto grossi problemi idrici adesso è in difficoltà, basti vedere gli invasi dei Castelli e il lago di Bracciano, con livelli bassi e preoccupanti. L'estate è ancora calda e secca, vedremo cosa accade. Il problema vero è che se a ottobre arriveranno le piogge, saranno molto violente: il mare si è scaldato così tanto che sarà una fonte di energia per l'atmosfera, scatenando precipitazioni che non saranno assorbite dal terreno, con piene enormi dei fiumi che andranno poi nel mare. Non rimpingueranno le falde acquifere, per quello ci vuole soprattutto la neve in inverno. Quando nasce un anno così siccitoso è difficile mettere una pezza con le piogge estive. Speriamo che in autunno le piogge non siano violente, ma con questo caldo che arriva dal Mediterraneo c'è da attendersi dei disastri.

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