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L'omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro

Omicidio Willy, ecco come agiva il branco: “Chiamavano i fratelli Bianchi per risolvere i problemi”

Minacce di morte, risse, pestaggi, droga, armi ed estorsioni: dalla chat ‘Gang bang’ dove i fratelli Marco e Gabriele Bianchi parlavano con gli amici, è emerso materiale utile per gli inquirenti al fine di ricostruire il modus operandi del gruppo criminale da loro gestito. E nel 2019 era capitato già un episodio simile a quello che portò alla morte di Willy.
A cura di Alessandro Coltré
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Gang Bang, la chat whatsapp in cui i fratelli Bianchi e i loro amici condividevano i video e foto che li immortalavano con pistole e coltelli, è stata al centro delle indagini che hanno portato recentemente Marco e Gabriele Bianchi a essere condannati in primo grado per estorsione e spaccio. Una vicenda giudiziaria cominciata nel 2018 e che viaggia in parallelo al processo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte iniziato il 10 giugno scorso al Tribunale di Frosinone.

Tra i contenuti condivisi sulla chat ci sono foto in cui compaiono i fratelli Bianchi con delle pistole, c’è un loro amico che con un coltello imita il gesto di tagliare la gola a qualcuno, c’è un video girato al Colubro – la contrada dove vive la famiglia dei Bianchi – in cui un ragazzo di Artena, coinvolto nelle attività criminali di Gabriele e Marco, scende da un’auto di grossa cilindrata, impugna una pistola ed esplode dei colpi in aria. Ma oltre all’esibizionismo e alla spavalderia, la chat whatsapp serviva anche a condividere resoconti di serate nei locali della provincia di Latina ed episodi legati alle attività criminali del gruppo. Debiti da saldare per l’acquisto di cocaina, un litigio partito per aver incrociato il loro sguardo in una discoteca del litorale laziale, o magari una semplice discussione fuori da un bar con un loro amico: situazioni differenti, città e luoghi diversi in cui l’arrivo dei due lottatori di MMA diventa spesso sinonimo di violenza, di calci e di pugni inflitti con la consapevolezza della loro superiorità fisica.

“Io ho spaccato mezzo mondo, ho spaccato mezzo mondo.[…] Se io vengo a sapere che tu ti sei permesso di dire che noi non ti abbiamo toccato per paura di te, io ti prendo e ti squarto come un abbacchio”, grida Gabriele Bianchi al telefono con un ragazzo che all’inizio del 2020 aveva avuto un litigio con alcuni suoi amici. Oltre ai Bianchi, nella chat Gang Bang c’erano anche altri tre ragazzi, tutti presenti la sera del pestaggio che ha provocato la morte di Willy Monteiro Duarte. Nomi che in questo procedimento penale per estorsione e droga vengono fuori a più riprese, facendo emergere una dinamica simile a quella del massacro di Colleferro.

“Per ogni problema vengono chiamati i fratelli Bianchi”

Il 4 dicembre del 2019 O. S. è all’Alter ego, un locale di Velletri. Verso mezzanotte chiama Marco Bianchi: “Corri, ce sta un problema all’Alter Ego, corri”. “Vabbè, sto a arrivà”, risponde il campione di MMA, che in quel momento si trova nei pressi di Cisterna di Latina insieme a due suoi amici di Artena, uno dei quali, secondo gli inquirenti, sarebbe M. C., il ragazzo del Colubro che la notte del 5 settembre del 2020 con una telefonata ha chiesto ai fratelli Bianchi di raggiungere la zona dei locali di Colleferro per intervenire nella rissa scoppiata a Largo Oberdan, di fronte le scalette che portano ai pub. Una rissa che Willy Monteiro Duarte ha cercato di fermare, mettendosi in mezzo per proteggere un suo amico. Per gli inquirenti la chiamata ai cosiddetti ‘gemelli del Colubro’ sembra configurarsi come “modus operandi ormai collaudato, per ogni problema vengono contattati i fratelli Bianchi”.

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