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Omicidio Marco Vannini

Omicidio Vannini, i genitori di Marco: “I Ciontoli hanno sempre mentito e continuano a mentire”

Le parole dei genitori di Marco Vannini, Valerio Vannini e Marina conte, all’ingresso della Corte di Cassazione di Roma che oggi potrebbe mettere la parola fine alla vicenda giudiziaria sull’omicidio del ragazzo. Sul banco degli imputati il padre della fidanzata di Marco Antonio Ciontoli e tutta la sua famiglia. “Marco mi ha detto di stare tranquilla e che andrà tutto bene”, ha aggiunto Marina.
A cura di Redazione Roma
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Sono da poco entrati nella sede della Corte di Cassazione Valerio Vannini e Marina Conte, i genitori di Marco Vannini il giovane di 19 anni morto a seguito di uno sparo esploso da Antonio Ciontoli, il papà della fidanzata del ragazzo, nella loro abitazione di Ladispoli. Oggi è attesa la nuova sentenza che potrebbe mettere la parola fine alla vicenda giudiziaria iniziata il 17 maggio del 2015 quando Marco è morto tra ritardi nei soccorsi ed omissioni che hanno portato tutta la famiglia Ciontoli alla sbarra.

Chiesta la conferma della condanna

Una delle possibilità è che la Cassazione confermi la sentenza della Corte d'Appello Bis che ha condannato Antonio Ciontoli a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale, mentre la moglie Maria e i figli Martina e Federico per concorso anomalo in omicidio volontari a 9 anni e 4 mesi. La sentenza è attesa per il pomeriggio di oggi. In aula sono presenti anche Martina e Federica Ciontoli. Al termine della sua requisitoria il procuratore generale ha chiesto la condanna per tutti gli imputati e di dichiarare inammissibili i ricorsi presentati.

La difesa chiede l'annullamento del processo con rinvio

In aula l'avvocato Giandomenico Caiazza ha chiesto "l'annullamento con rinvio" del processo, con un nuovo processo d'appello per tutti gli imputati. Secondo il legale la sentenza dell'appello bis è "una sentenza di una illogicità grossolana disseminata di insensatezze argomentative".

I genitori di Marco: "Fiduciosi nella giustizia"

"Sono stati in silenzio sei anni e a ridosso della Cassazione si mettono a parlare sui social – aggiungono- Forse sperano di incidere sulla decisione ma crediamo che i giudici ormai abbiano ben chiaro tutto quello che è successo, anche perché parlano le carte". "Marco – ha aggiunto Marina – mi ha detto di stare tranquilla e che andrà tutto bene. La verità ormai la sanno solo i Ciontoli e Marco che non c’è più. Per la giustizia sono fiduciosa, spero che finalmente oggi arrivi”.

La lettera di Martina Ciontoli ai giudici

Il riferimento è alla lettera di Martina Ciontoli rivolta ai giudici, in cui ha dichiarato: "Oggi ho 25 anni. Non so quante volte ho desiderato riaprire gli occhi per risvegliarmi da quello che avrebbe potuto essere solo un incubo terrificante… Avevo 19 anni, Marco 20, quando una notte, all’improvviso, cambiava tutto. Per mano di mio padre. Per uno scherzo… Io non avevo capito niente. Marco stava morendo. Chissà se e quando lo ha capito anche lui. Non oso neanche pensarlo è il mio pensiero fisso…". 

Federico Ciontoli: "Non sono stato complice di mio padre"

Anche il fratello Federico Ciontoli più di una volta negli ultimi mesi ha preso le distanze dalla famiglia, difendendo la sua posizione ma dichiarando di essere pronto a pagare per le sue responsabilità. In un intervista negli studi di Fanpage ha dichiarato: "Non voglio sfuggire alle mie responsabilità, se la Cassazione sceglierà che io debba andare in carcere, ci andrò perché è giusto che sia così". "Non è giusto inventare una storia affinché paghi di più, non si può dire che c'è stato un clan. Io non sarei mai stato complice di mio padre nel far soffrire una persona, figuriamoci nel farla morire", ha aggiunto

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