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Omicidio di Emanuele Morganti, pene ridotte in appello: 3 condanne a 14 anni e un’assoluzione

La Corte d’Assise d’Appello ha ridotto a 14 anni le condanne previste per tre imputati, Michele Fortuna, Paolo Palmisani e Mario Castagnacci, ritenuti responsabili dell’omicidio preterintenzionale di Emanuele Morganti, massacrato di botte e ucciso a vent’anni ad Alatri. Confermata l’assoluzione per Franco Castagnacci.
A cura di Alessia Rabbai
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Tre condanne a quattordici anni di reclusione e un'assoluzione per gli imputati nell'ambito del processo per l'omicidio di Emanuele Moragnati, il ventenne originario di Tecchina massacrato di botte fuori al Mirò Music Club di Alatri, in provincia di Frosinone la notte tra il 25 e il 26 marzo del 2017. Questo il verdetto dei giudici della Corte d'Assise d'Appello di Roma, che hanno condannato Michele Fortuna, Paolo Palmisani e Mario Castagnacci per il reato di omicidio preterintenzionale. Confermata l'assoluzione per Franco Castagnacci, padre di Mario. Condanne che in appello risultano ridotte, mentre la Corte d'assise del tribunale di Frosinone aveva precedentemente condannato i tre a sedici anni. Non è stata accolta la richiesta del sostituto procuratore generale, Claudio Mattioli, che aveva avanzato nei confronti di tutti e quattro gli imputati l'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale e il riconoscimento dell'aggravante dei futili motivi.

Emanuele Morganti massacrato di botte ad Alatri

Emanuele Morganti la notte in cui ha perso la vita, massacrato di botte, era andato in discoteca in compagnia della fidanzata e di alcuni suoi amici. Nessuna delle persone che si trovavano con lui avrebbe potuto immaginare che sarebbe accaduta una tragedia simile, che ha scosso profondamente la città ciociara. I buttafuori dopo una lite con un cliente lo hanno trascinato all'esterno del locale, nella piazza, poi è stato circondato da un gruppo di persone, gli imputati appunto, che gli si sono scagliate addosso. A risultare fatale per Emanuele è stata una frattura delle ossa del cranio, che gli ha provocato, come scrive il medico legale Saverio Potenza incaricato dai pm a svolgere l'autopsia sulla salma del giovane, nella relazione depositata in procura, "una gravissima emorragia cerebrale". Per l'omicidio i pubblici ministeri Giuseppe De Falco e Vittorio Misiti avevano chiesto ai giudici della Corte d'Appello di riconoscere nei confronti di Michele Fortuna la pena dell'ergastolo.

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