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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

Omicidio Cerciello, Elder intercettato in carcere: “Carabinieri non ci mostrarono i distintivi”

Finnegan Lee Elder, uno dei due americani in carcere per l’omicidio di Mario Cerciello Rega, intercettato in un colloquio con sua madre, ha detto che i due carabinieri non hanno mostrato il distintivo la notte in cui sono accaduti i tragici fatti che hanno portato all’omicidio del vicebrigadiere.
A cura di Alessia Rabbai
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Mario Cerciello Rega e il collega Andrea Varriale non avrebbero mostrato i distintivi per identificarsi come carabinieri la notte di luglio di due anni fa in cui sono accaduti i tragici fatti che hanno portato all'omicidio del vicebrigadiere dell'Arma, ucciso a coltellate dai due ragazzi americani nel quartiere Prati di Roma. A dirlo Finnegan Lee Elder, in una conversazione con la madre intercettata nel carcere di Regina Coeli, nella quale si trova ristretto. Il testo dell'intercettazione riportato da Adnkronos, è stato depositato con la perizia della Corte d'Assise, nell'ambito del processo nei confronti di entrambi. Secondo quanto dichiarato dal giovane nel dialogo con il genitore, i militari non si sarebbero identificati. Lo scorso ottobre il giudice ha negato la richiesta dei domiciliari per entrambi gli imputati per "concreto pericolo di fuga".

Il testo dell'intercettazione di Elder che parla con la madre

‘A notte fonda, senza mostrare un distintivo, senza fare nulla per qualificarsi come poliziotto, è il più stupido dei—[non udibile]". Elder riferisce alla madre quanto accaduto quella notte. "La droga la voleva il mio amico. Io non la volevo. Non mi interessava. Sono solo uscito per aiutarlo. Avevo bevuto prima […] Ho preso una birra sola. Ero completamente sobrio'‘. Poi racconta i momenti della colluttazione con Cerciello Rega. "Abbiamo camminato intorno al luogo dell'incontro per un po' e poi è stato allora che abbiamo visto due estranei che si parlavano tra loro e ci guardavano ma camminando in un'altra direzione, così abbiamo girato in una direzione differente e […] [abbiamo detto tipo] chi sono quei tizi, e io ho detto non lo so, [non hanno un aspetto affidabile] […] ora, e in un attimo mi sono girato e quello grande mi ha aggredito [placcato, N.d.T.]'‘. E ancora: "Mi stavo girando e mi ha placcato. [mi… buttato a terra]. Era così grosso e pesante ha iniziato a strangolarmi – allora ho tirato fuori il coltello e l'ho colpito un po' di volte. Lui ha cercato di prendere la pistola e quando si è reso conto che la pistola non c'era ha cercato di afferrare il coltello e girarlo verso di me – così ho cambiato mano e l'ho colpito un altro paio di volte finché non mi si è tolto di dosso, e poi si è tolto, e [sono corso via]'‘. Nel corso dei colloqui il giovane americano aggiunge: ‘‘dunque [non udibile: quindi c'è una…] i poliziotti che non avevano le manette—[distintivo] quindi hanno [fatto una cazzata?](…) tutto quello che so è che se quel poliziotto avesse fatto bene il suo lavoro questo non sarebbe mai successo" si legge nell'intercettazione.

La madre di Elder: "Non avresti avuto i domiciliari negli Stati Uniti"

La madre di Elder ha risposto così al figlio: "Il punto è che il nostro sistema penale negli Stati Uniti è molto più punitivo e significativamente, mi capisci?". "Da noi c'è la libertà condizionale, gli arresti domiciliari, tutte quelle altre cose, appelli…" ribatte Finnegan. ‘‘Hanno le stesse cose qui in Italia. Non è un sistema più giusto – sottolinea la donna – Non avresti avuto gli arresti domiciliari negli Stati Uniti in questa situazione, mai". "Dopo un paio d'anni" interviene Finnegan. "Mai. È morto un uomo" conclude la madre. I genitori di Elder hanno mandato una lettera alla vedova e ai famigliari di Cerciello, per dirgli che sono in lutto e che stanno soffrendo come loro.

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