“Non te lo levi er vizio de ruba”: orologi e tangenti, così Mister Asfalto si prendeva le strade di Roma

"Non te lo levi er vizio de ruba". Così Roberto Filipponi, braccio destro di Mirko Pellegrini, si rivolgeva al suo capo. Il riferimento è al gonfiamento dei prezzi dei lavori eseguiti sulle strade di Roma, di qualità scadente, ai centimetri di asfalto risparmiati e alle centinaia di migliaia di euro che gli andavano in tasca. Un sistema, quello delineato dalle indagini della Guardia di Finanza, in cui mangiavano tutti: dagli indagati ai funzionari del Campidoglio, che per chiudere non uno ma entrambi gli occhi, si facevano "coccolare" a suon di mazzette e orologi. Ed erano proprio gli orologi, secondo quanto emerso dall'ordinanza, uno dei "regali" preferiti da Paolo Di Stefano, dipendente di Roma Capitale accusato di essere stato corrotto proprio da Pellegrini &. Co. E proprio "l'avidità" di Di Stefano – definito un ‘parassita' – era criticata da Filipponi, che lo accusava di creare fintamente dei problemi per avere sempre di più. Luigi Costantini, dipendente di Astral, avrebbe invece ricevuto una tangente da 10mila euro.
"Perchè questo tanto alla fine o sai perchè alla fine crea., perchè vole più sordi! Non lo fa perchè., è proprio il suo vizio! Oh gl'ho portato gli orologi io..". In particolare Di Stefano è accusato di aver ricevuto due orologi di grande valore da Filipponi. Il motivo è semplice: si tratta di beni di valore che però è difficile tracciare come si fa con i soldi.
Le mani in pasta, Pellegrini, ce le aveva dappertutto. In Campidoglio, tra la Polizia Stradale, e anche in banca, dove poteva gestire operazioni senza avere alcun titolo formale per farlo ma, soprattutto "senza che alcuna segnalazione di operazione sospetta sia mai stata trasmessa dall’istituto di credito, con 26 plateale violazione di qualsiasi norma relativa al contrasto del riciclaggio e alla corretta identificazione dei titolari effettivi dei rapporti". Delle numerose società a lui riconducibili, nessuna era intestata a lui formalmente, anche se di fatto era sempre lui ad amministrarle e a decidere quali gare aggiudicarsi. I prestanome, in molti casi sempre gli stessi, venivano lautamente pagati. Persone che avevano intestate società milionarie e che poi avevano dichiarazioni dei redditi molto basse, e che per questo sono state scoperte facilmente dalla Guardia di Finanza.
Ciò su cui Pellegrini e i suoi uomini ‘fregavano', era soprattutto lo spessore dell'asfalto, molto più sottile di quanto dichiarato. "Quanto gli faccio levare?", chiede un indagato a Filipponi. "Ma levare….io leverei tre centimetri… due tre centimetri…". "Di più di due?". "Bravo!".