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Neonato morto al Pertini, la mamma: “Mi consigliarono di tenerlo a letto con me”

Le parole della mamma del piccolo contenute nella denuncia: “Mi è stato suggerito dal personale di turno che, se il bambino avesse pianto, sarebbe stato opportuno tenerlo a letto con me”.
A cura di Enrico Tata
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Lo scorso 8 gennaio una mamma ha perso suo figlio, nato da appena 72 ore. Nella sua stanza, all'ospedale Pertini di Roma, si è addormentata e lo ha schiacciato involontariamente. "Ero distrutta per la stanchezza del lungo travaglio e ho chiesto consiglio a medici e infermieri: mio figlio piangeva spesso e io non sapevo che cosa fare, come calmarlo. Mi è stato suggerito dal personale di turno che, se il bambino avesse pianto, sarebbe stato opportuno tenerlo a letto con me". Queste le parole della donna, contenute nell'esposto presentato ieri alla procura di Roma, che ha aperto un fascicolo sul caso per tentato omicidio. "Il consiglio, abbinato alla pregressa stanchezza, ha posto mio figlio di fronte ad un rischio che si è purtroppo concretizzato", ha raccontato ancora la mamma, stando a quanto riporta il Corriere della Sera.

La signora e suo marito hanno ribadito più volte di aver chiesto aiuto al personale sanitario, data la fatica e la stanchezza dopo il parto. Una richiesta a cui però, sostengono i due, nessuno avrebbe risposto. Un altro dettaglio emerso dall'esposto riguarda il fatto che la donna sarebbe stata svegliata, nella notte, dal personale sanitario per effettuare alcuni esami di routine sul piccolo. Il bimbo sarebbe stato riportato in camera dopo circa un quarto d'ora. Subito dopo, la donna si sarebbe addormentata con il neonato in braccio e soltanto pochi minuti più tardi un'infermiera l'avrebbe svegliata per comunicarle che suo figlio era stato portato d'urgenza in rianimazione.

Dopo 17 ore di travaglio, ha raccontato nei giorni scorsi la mamma del piccolo, "ero molto stanca, piuttosto provata dal parto. Avevamo scelto il Pertini perché ero affezionata a questo posto visto che ci sono nata anche io. Per due notti, quella dopo aver partorito e quella successiva, sono riuscita, a fatica, a tenere il bambino vicino a me. Ero stravolta, ho chiesto aiuto alle infermiere, chiedendo loro se potevano prenderlo almeno per un po’, mi è sempre stato tuttavia risposto che non era possibile portarlo nella nursery. E lo stesso è accaduto la notte di sabato. Anzi, mi sentivo peggio dei giorni precedenti. Ho chiesto ancora di prendere il bimbo, non l’hanno fatto. Due notti ho resistito, l’ultima ero davvero affaticata. ‘Non è possibile', mi è stato risposto ancora una volta".

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