Neonata morta in casa maternità, l’Ordine delle Ostetriche contro Francesca Bubba: “Vogliono farmi tacere, vado avanti”

"Ti dico la verità: ero convinta di averle alleate. Quando mi è arrivato il primo comunicato — perché loro sono uscite inizialmente con un comunicato stampa — la mia primissima reazione è stata: ‘Ah che bello, vado subito a vedere'. Ma mai avrei immaginato che invece quel comunicato fosse contro di me". Francesca Bubba è la scrittrice e attivista che tre anni fa, con un'inchiesta su The Post Internazionale, ha denunciato l'esistenza di diverse ‘santone' della maternità e del parto. Persone che hanno diffuso – e che diffondono ancora – pericolose teorie antiscientifiche, fanno terrorismo sugli ospedali, e dicono di diffidare del personale sanitario. Tra queste, ricorderete, c'era anche la famosa ‘ostetrica Bibi', recentemente arrestata in Australia perché accusata della morte di un neonato. Nella sua inchiesta Bubba si era occupata anche della casa maternità ‘Il nido', recentemente divenuta nota alle cronache per la morte di una neonata.
A essere analizzata, era la narrazione fatta dalle ostetriche della casa maternità: una narrazione che demonizzava gli ospedali, paragonandoli addirittura ad ‘Alcatraz',nei quali i parti diventavano qualcosa di atroce. Dopo la morte della neonata, sulla quale è stata aperta un'inchiesta per omicidio colposo, si è tornato a parlare di questa narrazione. Ed è a quel punto che la Federazione nazionale degli Ordini della professione di ostetrica ha mandato una diffida a Francesca Bubba, in cui le si dice di "astenersi, in futuro, da facili strumentalizzazioni mediatiche utili solo a pubblicizzare il Suo profilo social e non certo a veicolare informazioni corrette, complete e verificate come qualunque soggetto si ritiene abbia il dovere di fare".
"Quando ho letto quel comunicato contro di me sono rimasta allibita – spiega Bubba, raggiunta telefonicamente da Fanpage.it -. Io pensavo fosse un ‘uniamoci contro chi opera in questo modo'. Invece no: è ‘compatte' contro chi denuncia un certo tipo di operato. Viene da pensare che siano d'accordo con quel tipo di narrazione antiscientifica e diffamatoria degli ospedali, voglio sperare di no. Però è il messaggio che passa, e in questo modo stanno avallando la dinamica che denuncio nelle mie inchieste. L'Ordine dovrebbe essere il primo a voler fuori certe dinamiche dall'ostetricia. In questo modo le stanno proteggendo, e ci saranno persone, come l'ostetrica della casa maternità ‘Il nido', che continueranno a comportarsi così. Ora capisco anche perché in questi anni hanno potuto indisturbatamente operare male: perché erano evidentemente protette da questa corporazione".
"In sostanza mi hanno accusato di fare quello che faccio per dare visibilità al mio profilo social, e che non devo più scrivere nulla sull’argomento, altrimenti ‘ci vedremo costretti a ricorrere alle vie legali'. Non fanno però riferimento a punti specifici della mia newsletter o della mia inchiesta. Non mi si chiedeva una rettifica, non mi si chiedeva un approfondimento, non mi si chiedeva un confronto. Mi si chiedeva di tacere. Questa roba la trovo inaccettabile. Citano frasi che sono evidentemente rivolte alle case maternità che portano avanti una propaganda anti-ospedale, e sotto commentano: ‘Al contrario di quello che lei scrive, le ostetriche italiane non lavorano così'. Ma io da nessuna parte ho scritto che le ostetriche italiane lavorano così, anzi. Parlo di una certa narrazione, un certo tipo di deriva veramente pericolosa. Ed è una sconfitta. Io sicuramente non mi fermo e continuerò ad andare avanti".