Neonata morta, ginecologo spiega le regole per partorire in casa maternità: “Ma mezz’ora dall’ospedale è un’enormità”

Il caso della neonata morta durante il parto nella casa di maternità "Il Nido" di via Marmorata nel quartiere Testaccio a Roma venerdì scorso 12 settembre ha portato la Procura ad aprire un'inchiesta. Gli investigatori hanno posto sotto sequestro la struttura e le cartelle cliniche della paziente, per capire se la morte della neonata si sarebbe potuta evitare agendo diversamente, oppure se si sia trattata di una tragica fatalità. Le indagini hanno acceso un faro sull'operato delle strutture che alcune donne scelgono per partorire in alternativa agli ospedali. Fanpage.it per approfondire l'argomento ha intervistato Giuseppe Rizzo, professore ordinario di Ostetricia e Ginecologia dell'Università La Sapienza di Roma e direttore UOC Ostetricia del Policlinico Umberto I sulle linee guida del Lazio per i parti in casa o nelle case di maternità e per capire quali sono i rischi.

Professore, quali sono le linee guida del Lazio per i parti nelle case di maternità e parti in casa?
Le linee guida del Lazio sono simili a quelle delle altre regioni italiane ed evidenziano tre punti principali. Il primo riguarda le caratteristiche che una donna deve avere per partorire accedendo a questi tipi di percorsi, tra le quali una gravidanza a basso rischio. La seconda è relativa alla sede del parto, che deve rispettare delle norme igieniche adeguate ed essere distante non oltre mezz'ora dall'ospedale più vicino di riferimento con un reparto di maternità. Questo aspetto è fondamentale per un intervento tempestivo in caso di complicanze improvvise. La paziente che sta partorendo entro trenta minuti da un evento di allarme deve poter raggiungere un punto nascita qualificato per gestire l'urgenza. Terzo punto è l'esperienza dell'ostetrica, la quale deve aver lavorato in precedenza in una struttura ospedaliera e aver maturato alcuni anni di esperienza.
Ci sono altre accortezze per garantire il più possibile la sicurezza per neomamma e bambino?
È necessario il pieno di rispetto dei criteri d'entrata, che prevedono un peso adeguato del bambino dal decimo al novantesimo percentile. Ciò implica che la donna faccia una valutazione ecografica in prossimità del parto. La donna non deve avere patologie in corso come diabete, pressione alta. Poter accedere a parti in casa o nelle case di maternità in maniera sicura richiede una sorveglianza abbastanza stretta. Il travaglio deve partire da solo e non essere indotto, le membrane si devono rompere spontaneamente, i criteri nel complesso sono piuttosto stringenti.
Quali sono i rischi che una donna deve conoscere se sceglie un parto in casa o in una casa di maternità?
Il punto fondamentale secondo me è che trenta minuti di distanza da un ospedale sono un'eternità di fronte a un evento acuto fetale che può succedere in tutte le gravidanze e anche all'interno di un ospedale. È chiaro che il fattore tempo in questi casi è fondamentale. Ai trenta minuti per raggiungere l'ospedale infatti bisogna aggiungere il tempo necessario per accorgersi dell'urgenza, che non sempre viene avvertita immediatamente, e al tempo di reazione dell'ospedale per accogliere l'urgenza che arriva. La paziente deve essere consapevole del fatto che con un parto in casa o in una casa di maternità se c'è un'emergenza i tempi di reazione sono molto più lenti rispetto a quelli di una struttura ospedaliera. Un esempio virtuoso è al Sant'Anna di Torino, dove c'è un grande reparto di maternità e la casa di maternità si trova proprio all'interno dell'ospedale. Così una donna può partorire in tranquillità in maniera naturale come desidera, ma in caso di necessità avere subito a disposizione una struttura medicalizzata pronta a gestire l'emergenza.