Muore in moto a corso Francia, 4 richieste di rinvio a giudizio. La mamma di Leonardo Lamma: “Lottiamo per lui”

A quattro anni dalla morte di Leonardo Lamma, il diciannovenne che ha perso la vita mentre viaggiava in sella alla sua moto a corso Francia, a Roma, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di quattro dirigenti, due comunali e due di Acea con l'accusa di omicidio stradale. Resta in sospeso, invece, la posizione di una quinta persona che potrebbe aver contribuito a provocare l'incidente, il conducente del furgone bianco che si trovava in strada, nella stessa carreggiata del diciannovenne, quando il giovane ha perso l'equilibrio. Una manovra potrebbe aver confuso. Nel frattempo il conducente alla guida del furgoncino resta indagato.
"È quello per cui ci siamo sempre battuti, vogliamo sapere la verità e crediamo nella giustizia – ribadisce a Fanpage.it Paola, la mamma di Leonardo Lamma – Nostro figlio merita giustizia".
L'incidente in corso Francia e la morte di Leonardo Lamma
Leonardo Lamma si trovava in sella alla moto e stava attraversando corso Francia in quella giornata di aprile del 2022 quando avrebbe perso il controllo del mezzo su un dosso nato dalla chiusura di una voragine che, a sua volta, era stata aperta dopo la rottura di una tubatura. Una riparazione provvisoria che avrebbe dovuto essere subire ulteriori lavori di messa in sicurezza e, soprattutto, secondo la Procura, essere segnalata e transennata.
Per questa ragione, fra le persone rinviate a giudizio, ci sono quattro dirigenti, due del comune di Roma, cioè la responsabile della Polizia Locale del Gruppo Cassia e quello del Simu, e due di Acea, il responsabile dei lavori di ripristino della strada a Corso Francia e la persona alla guida della ditta che ha svolto i lavori per conto di Acea.
Udienza preliminare: "Noi saremo lì"
L'udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 6 marzo 2026, dopo tre richieste di archiviazione da parte della Procura. Richieste che, però, non sono mai state accolte dai gip. Nominato un nuovo consulente dell’accusa, l’ingegner Lucio Pinchera, è arrivata la svolta.
All'udienza preliminare mancano tre mesi, ma Paola, la mamma di Leonardo, non ha dubbi. "Saremo pronti a rafforzare ancora una volta, con la nostra presenza, la richiesta di andare fino in fondo affinché si possa giungere alla verità. Nostro figlio si merita giustizia – conclude poi a Fanpage.it – Non può aver fatto tutto da solo. E non è vero che correva, non andava a 75 km/h. Ma faremo anche su questo emergere la verità… Cercano sempre di dare la responsabilità a chi non c'è più e non si può difendere ma lotteremo fino in fondo".