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Morte Maria Sestina Arcuri, i legali di Andrea Landolfi: “Nessuna prova che sia stata uccisa”

Andrea Landolfi è stato assolto dall’accusa di omicidio e rimesso in libertà. Era accusato di aver ucciso nel 2019 la fidanzata Maria Sestina Arcuri, lanciandola giù dalle scale. “La prova non c’è mai stata, sono stati utilizzati degli elementi per provare a crearla. Gli atti invece sono chiari ed evidenti, e c’è la prova dell’incidente”.
A cura di Natascia Grbic
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"Per molti la sentenza era già scritta e Andrea era stato condannato all'ergastolo sin dai primi giorni in cui si era diffusa la notizia. Dato che si trattava di un ragazzo e una ragazza giovanissimi, Sestina doveva essere morta solo per mano di un'omicida. Sembra che in questo momento storico gli incidenti non possono accadere". A parlare a Fanpage.it è Serena Gasperini, avvocata – insieme a Daniele Fabrizi – di Andrea Landolfi. Accusato di omicidio volontario per la morte della fidanzata Maria Sestina Arcuri, è stato assolto in primo grado ed è uscito dal carcere. Una sentenza, ha riferito ai suoi legali, "giusta perché io sono innocente". Landolfi era stato arrestato il 25 settembre 2019: a distanza di quasi due anni, ha potuto lasciare il carcere di Regina Coeli, dove era stato trasferito sette mesi dopo l'omicidio. "La prova non c'è mai stata, sono stati utilizzati degli elementi per provare a crearla – continua Gasperini – Gli atti invece sono chiari ed evidenti, e c'è la prova dell'incidente".

Secondo l'accusa, Andrea Landolfi avrebbe ucciso Maria Sestina lanciandola dalle scale al culmine di una lite. I due si sono poi messi a letto, ma lei aveva battuto forte la testa e stava male. Dopo qualche ora sono andati in ospedale, ma per la ragazza non c'era più nulla da fare: morirà qualche giorno dopo senza riprendere mai conoscenza. Il ragazzo aveva detto che lui e Sestina erano caduti insieme giù dalle scale, ma la famiglia non ha creduto alla sua versione dei fatti, sostenendo che Landolfi l'avesse uccisa. "Abbiamo avuto immediatamente la sensazione che la prova non ci fosse, e quando il pubblico ministero ha terminato la discussione, mi sono accorto che aveva parlato solo di sospetti, congetture, suggestioni – spiega il legale Daniele Fabrizi – Ci siamo chiesti tutti quanti, ma la prova qual è? A noi è sembrato da subito che non aveva nessuna prova del fatto che avesse lanciato Sestina di sotto, e quindi cercava di dire che fosse un soggetto poco raccomandabile e pericoloso, dal quale sarebbe legittimo aspettarsi un fatto così".

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