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Indagine sulla morte di Andrea Purgatori

Morte di Andrea Purgatori, dall’autopsia emergono metastasi in tutto il corpo

La nuova autopsia sul cadavere del giornalista Andrea Purgatori rivela un tumore in stadio avanzato e metastasi in tutto il corpo: le sue condizioni di salute erano già fortemente compromesse quando è morto.
A cura di Alessia Rabbai
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Andrea Purgatori al momento della sua morte aveva metastasi in tutto il corpo. È quanto emerso dai nuovi dettagli dell'autopsia, riportati dalla Repubblica, dai quali si comprende come il quadro clinico del giornalista fosse fortemente compromesso e su più fronti. Ciò forse potrebbe portare alla chiusura delle indagini in quanto, anche se ci fosse un errore medico, le cose sarebbero comunque andate in questo modo. L'esame autoptico è stato effettuato lo scorso 26 luglio da tre consulenti della Procura all'Istituto di Medicina legale dell'Università di Tor Vergata. I prossimi risultati che completeranno gli accertamenti sulla salma saranno quelli dell'esame istologico attesi per settembre, compreso il fatto se avesse contratto un'infezione. I primi risultati hanno inoltre rivelato la presenza di ischemie. Purgatori è morto a settant'anni il 19 luglio scorso.

Andrea Purgatori aveva un tumore ad uno stadio avanzato

Dai risultati dell'autopsia disponibili finora si comprende come il tumore che aveva Andrea Purgatori fosse già ad uno stadio avanzato e le sue condizioni di salute già gravemente compromesse. Gli inquirenti che indagano sulla sua scomparsa con l'ipotesi di reato di omicidio colposo in concorso, si domandano allora se, giusta o sbagliata che fosse stata la diagnosi, ciò avrebbe potuto determinare un esito diverso e se, soprattutto, fosse sopravvissuto. Per i tre consulenti della Procura, che hanno svolto l’autopsia il decesso sarebbe sopraggiunto a causa del tumore primitivo al polmone che avrebbe provocato l’arresto cardiorespiratorio.

Due medici indagati per la morte di Andrea Purgatori e le due diagnosi

Per la morte di Andrea Purgatori sono al momento indagati due medici di una clinica di Roma Nord che lo ha avuto in cura. Il paziente aveva ricevuto due diagnosi diverse: metastasi cerebrali e ischemie. L'autopsia ha confermato che la morte sarebbe sopraggiunta a causa di ischemie cerebrali, come sostenuto dalla famiglia. La procura ha avviato l'inchiesta a seguito dell'esposto presentato dalla famiglia del giornalista. Per ora gli inquirenti non si sbilanciano sull'esito delle indagini, si dovranno attendere tutti i risultati e le testimonianze per delineare un quadro il più preciso e completo possibile prima di decidere se archiviare il caso o chiedere il rinvio a giudizio.

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