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Morta a 13 anni risucchiata dal bocchettone di una piscina: “Impianto pericoloso, un’arma letale”

Nelle motivazioni della sentenza del processo sulla morte di Sara Francesca Basso, annegata nella piscina di un hotel a Sperlonga, c’è scritto che le misure di sicurezza erano carenti. Due le condanne a tre anni per omicidio colposo.
A cura di Alessia Rabbai
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Sara Francesca Basso
Sara Francesca Basso

Le misure di sicurezza della piscina erano carenti, se gli imputati ne avessero interdetto l’uso, perché aveva un impianto pericoloso o se ci fosse stato un sistema di controllo adeguato con gli assistenti bagnanti pronti per il primo soccorso, Sara Francesca Basso non sarebbe morta. Ne è convinta la giudice del Tribunale di Latina Elena Nadile, che lo scrive nelle motivazioni della sentenza del processo sulla morte della tredicenne originaria di Morolo in provincia di Frosinone, annegata nella piscina del Grand Hotel Virgilio a Sperlonga l'11 luglio del 2018. La giudice a luglio scorso ha condannato a tre anni di reclusione Mauro Di Martino, rappresentante legale della società che gestisce la struttura e Francesco Saverio Ermini, ex proprietario dell’albergo. Il verdetto della scorsa estate ha invece visto l'assoluzione di Ermanno Corpolongo il costruttore dell'impianto di aspirazione della piscina.

Già il pubblico ministero Valerio De Luca, che rappresenta l'accusa, ha riconosciuto che la morte di Sara Francesca è da ricondurre dalla potenza d'aspirazione del bocchettone, che ha trattenuto la tredicenne sul fondo della piscina, facendola annegare. Tanto che il pm ha definito l'impianto: "Un’arma letale". Come riporta la testata locale Latina Oggi, la struttura ricettiva ha messo in atto delle misure di sicurezza per scongiurare il ripetersi di altre tragedie, dopo la morte di Sara Francesca. Per esempio la disposizione di una postazione con assistenti bagnanti formati per il salvataggio e un servizio di primo soccorso con il personale sanitario presente sul posto.

A margine della sentenza che ha visto le due condanne i genitori di Sara Francesca hanno detto: "Indipendentemente dalla pena nessuno ci restituirà nostra figlia". Sara Francesca era vacanza con la sua famiglia a Sperlonga e stava facendo il bagno nella piscina dell'albergo, quando è stata risucchiata dal bocchettone della vasca idromassaggio a causa di un malfunzionamento. A soccorrerla per primi sono stati due turisti, poi il personale sanitario, che l'ha trasportata con l'eliambulanza al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, dov'è deceduta dopo diverse ore.

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