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Mondo di mezzo, ridotta pena di Alemanno a 1 anno e 10 mesi: “Resta amarezza per condanna ingiusta”

“Il ridimensionamento del fatto a seguito della sentenza della Cassazione è evidente, rimane l’amarezza per una condanna che a mio avviso non è giustificata”, il commento di Alemanno.
A cura di Enrico Tata
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La Corte d'Appello di Roma ha condannato l'ex sindaco Gianni Alemanno a un anno e 10 mesi per i reati di finanziamento illecito e traffico di influenze illecite. La pronuncia della corte è arrivata dopo che la Corte di Cassazione ha assolto l'ex primo cittadino dall'accusa di corruzione e aveva per questo rinviato gli atti in Appello per il ricalcolo della pena.

"Il ridimensionamento del fatto a seguito della sentenza della Cassazione è evidente, rimane l'amarezza per una condanna che a mio avviso non è giustificata perché io continuo a proclamarmi innocente", ha commentato Alemanno. "Ritengo che il fatto di sollecitare i pagamenti di crediti dovuti da tempo dalla pubblica amministrazione non può essere una cosa che mi viene contestata. Rimane quindi l'amarezza anche se il ridimensionamento di tutta questa vicenda è estremamente importante. Attendo di leggere le motivazioni – conclude- prima di fare ricorso in Cassazione", ha dichiarato ancora l'ex sindaco.

La sentenza della Corte di Cassazione

Lo scorso 8 luglio Alemanno è stato assolto dall'accusa di corruzione, ma i giudici hanno chiesto una nuova pronuncia, come detto, per l'accusa di traffico di influenze illecite che riguarda lo sblocco dei pagamenti Eur Spa. Nel primo processo d'Appello, invece, l'ex primo cittadino era stato condannato a sei anni e secondo i giudici le prove dimostravano "in maniera evidente" la sua colpevolezza. Dal canto loro i pm hanno lo hanno sempre accusato di essere "l'uomo politico di riferimento dell'organizzazione Mafia Capitale all'interno dell'amministrazione comunale, soprattutto, in ragione del suo ruolo apicale di sindaco. Inserito al vertice del meccanismo corruttivo ha esercitato i propri poteri e funzioni illecitamente e curato la raccolta delle correlate indebite utilità, prevalentemente tramite terzi propri fiduciari per schermare la propria persona. Gli uomini di fiducia, indagati e alcuni anche condannati in Mafia Capitale, sono stati proiezione della persona di Alemanno, che ha impiegato per la gestione del proprio potere, e si sono interfacciati con gli esponenti apicali di Mafia Capitale, suoi corruttori (Buzzi e Carminati)".

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