Minori sequestrati e torturati con acqua bollente, chiesti riscatti di 37mila euro: così agiva la banda di Primavalle

Prima le botte e poi la richiesta di un riscatto altissimo: tra i 30 e 37mila euro di riscatto. Questa era la cifra che la banda del Bronx di Roma, a Primavalle, pretendeva dai familiari dei ragazzini che ha sequestrato e seviziato dentro un garage.
A quanto si apprende il gruppo era formato da undici ragazzi, sei maggiorenni e cinque minori, volti noti dello spaccio nella periferia romana. Secondo quanto emerso dall'indagine dei carabinieri della compagnia di Trastevere, si tratta di un gruppo ben strutturato: c'era un contabile che gestiva il denaro frutto della vendita dello stupefacente, e ora, pare anche dei sequestri di persona. C'era chi quei soldi li andava a prendere, come degli strozzini navigati, e chi li custodiva. Poi i picchiatori. Questo il ritratto che emerge dall'inchiesta dei magistrati del tribunale ordinario e del tribunale dei minorenni di Roma. Al centro degli accertamenti un gruppo di giovani capaci di rapire dei coetanei, torturarli e arrivare anche a far esplodere una bomba per far capire che sono loro a controllare la zona.
Il primo episodio risale a gennaio: un minorenne viene sequestrato dal gruppo, messo all'interno di un auto e portato in un garage in via Pentimalli. Occhi bendati, mani e piedi legati a una sedia, poi i pugni, i calci e i colpi con le spranghe. Fino ad arrivare, così emergerebbe dalle indagini, all'acqua bollente versata addosso. La vittima ha un'unica scelta: o paga o muore. E se denuncia a pagare saranno anche i suoi familiari. Il ragazzino sarebbe stato anche minacciato con un coltello puntato alla gola. Un'estorsione in piena regola, e quando i suoi aguzzini capiscono che né lui né la madre possono soddisfare le richieste le botte continuano.
Poche settimane dopo è il turno di un'altra vittima. Stesse dinamiche: occhi bendati, legato a una sedia in un garage, frustato e ustionato con acqua bollente. Alla fine il coltello alla gola. Questa volta il riscatto ha una cifra più bassa: due mila euro.
Tra un rapimento e l'altro arriva anche l'avvertimento, forse ai familiari dei ragazzini sequestrati o forse a chi, in quella zona, vuole ottenere una piazza di spaccio. Una bomba artigianale viene fatta esplodere davanti a un complesso di case popolari Ater, distruggendo l'androne e terrorizzando i residenti. Per rafforzare il loro controllo nel quartiere la banda decide di alzare il livello della violenza.
Stamattina l'operazione dei carabinieri della compagnia Roma Trastevere ha portato all'arresto, su misura cautelare, di undici persone. Sei di loro sono state trasferite nel carcere di Rebibbia.
Le accuse, a vario titolo, sono: sequestro di persona a scopo di estorsione, tortura, lesioni, minacce, uso di esplosivo, con l'aggravante dell'età delle vittime e di alcuni degli indagati.