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Matteo Renzi propone la privatizzazione di Atac, il Campidoglio: “Un suicidio”

Il senatore e leader di Italia Viva ha annunciato che il suo partito presenterà una proposta per privatizzare Atac definendo l’azienda un “carrozzone pubblico”. La risposta dell’assessore Patanè: “Sarebbe un suicidio”.
A cura di Valerio Renzi
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Ieri a Roma, al Cinema Adriano di piazza Cavour, si è riunita l'assemblea nazionale di Italia Viva. All'ordine del giorno prima di tutto le prossime elezioni europee, per capire come arrivare al voto di giugno con l'obiettivo di superare la soglia del 3% di sbarramento: al momento una riappacificazione con Azione di Calenda non sembra essere all'ordine del giorno, anche se entrambi i partiti fanno riferimento al gruppo europeo di Renew Europe, al pari di +Europa.

Ed è proprio dal palco dell'Adriano che Renzi ha lanciato la sua proposta per privatizzare Atac, quando l'azienda del trasporto pubblico di Roma Capitale è appena uscita dal concordato che ne ha evitato il fallimento. "Lanceremo il progetto per privatizzare Atac, l’azienda di trasporto che così come è non funziona. Meglio che i servizi pubblici siano gestiti da privati, purché siano efficienti, e non da carrozzoni pubblici", ha detto Renzi.

Nel 2018 i Radicali misero in campo un referendum consultivo sul futuro della municipalizzata, con l'obiettivo di mettere sul mercato la gestione del trasporto pubblico, una liberalizzazione più che una privatizzazione: in mano al pubblico sarebbe rimasto il contratto di servizio con obiettivi, linee e minutaggio richiesto. Si recò alle urne poco più del 16% dei cittadini aventi diritto, e il tema venne sostanzialmente archiviato dal dibattito pubblico. Oggi prova a riportarlo in auge Renzi, facendo arrabbiare l'assessore alla Mobilità Eugenio Patanè, che bolla come un "suicidio" la privatizzazione parlando con la Repubblica, soprattutto perché Atac è il soggetto attuatore di importanti progetti finanziati con i fondi del Giubileo e di

"Non abbiamo nessuna intenzione di venderla – ha aggiunto Patané – primo perché crediamo nella centralità dell’azienda pubblica nel settore del trasporto pubblico locale, secondo perché vendere l’azienda di tutti i romani con circa 110 anni di storia dopo che l’abbiamo rimessa in sesto sarebbe un suicidio di massa. Vogliamo invece riportare Atac nel posto che in Europa le spetta, rinforzandola a partire da un management già rinnovato e riportarla nel giro di pochi anni a competere su tutti i mercati".

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