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Le donne entrano nel Circolo Aniene, ma i vecchi soci presentano ricorso in tribunale

Il Circolo Aniene apre l’iscrizione anche alle donne: ma c’è chi vuole annullare la delibera e presenta ricorso. Ma la giudice lo respinge.
A cura di Beatrice Tominic
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Hanno presentato un ricorso contro la delibera assembleare dello scorso aprile che apre l'iscrizione anche alle donne: un socio del Circolo Canottieri Aniene di Roma ha accolto mal volentieri la decisione, si sentiva turbato e leso nei suoi diritti. Tanto che ha deciso di rivolgersi ai giudici "affinché venga sospesa subito la deliberazione sussistendo gravi motivi", come si legge nell'ultima delle 20 pagine del ricorso firmato dal legale Vincenzo Ioffredi e come riporta, in un articolo di oggi, la Repubblica. La giudice ha respinto il ricorso: non c'è nessun motivo che porti all'annullamento della delibera.

Le motivazioni del ricorso

A presentare il ricorso è stato un architetto di 82 anni, sospeso dal suo ordine professionale per motivi disciplinari. Per annullare la validità della delibera, si legge fra le pagine del ricorso, sono state inserite alcune accezioni che poco hanno a che fare con il contenuto stesso della richiesta: "L'assemblea si è svolta il 4 aprile presso la sede del Circolo come risulta dal verbale, che indica l'intervento personale di397 associati, portatori di novantanove deleghe – si legge, ma poi viene aggiunto – I locali erano inidonei sia al chiuso si all'aperto, per prevenire la diffusione del Covid, per la manifestazione di voto dei partecipanti".

Non solo il rischio di una nuova epidemia: nel ricorso si contesta anche la modalità di voto. "Il Presidente ha invitato i soci a rialzare le mani e a richiamare l'attenzione anche di quanto stava avvenendo nella sala adiacente e negli spazi esterni… L'assemblea si è tenuta in un clima di spaccatura tra i soci e in un contesto confusionario registrato soprattutto al momento della votazione".

La sentenza della giudice

Ma non ha convinto la giudice: aprire alle donne la possibilità di diventare vere e proprie socie, non soltanto membri onorari per meriti sportivi, è un dovere costituzionale, oltre che una scelta obbligata. E anche sulla convocazione della stessa assemblea, così come nei documenti, non sembrano essere stati riscontrati problemi o anomalie. Nel frattempo, però, un vecchio socio del circolo, parlando del ricorso, ha commentato: "Famo una scommessa: qui una donna non la vedremo mai… ".

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