Lazio, 600mila euro per carceri più digitali: “Così detenuti potranno videochiamare parenti”
Seicentomila euro in due anni per la digitalizzazione e il potenziamento delle attrezzature telematiche all'interno delle carceri del Lazio. Questo prevede un emendamento alla legge regionale di stabilità a firma del consigliere Alessandro Capriccioli, +Europa Radicali, approvato dal Consiglio Regionale del Lazio. L'emergenza sanitaria in atto legata alla pandemia da coronavirus, ha spiegato Capriccioli, ha messo in evidenza la totale mancanza di infrastrutture tecnologiche all'interno degli istituti penitenziari. In questi mesi, infatti, l'unico modo attraverso cui i detenuti potevano comunicare con i loro parenti era proprio legato alle tecnologie digitali, spesso, però, assenti o inadeguate nelle carceri. Grazie a questi investimenti sarà possibile potenziare non solo i colloqui familiari per via telematica, ma anche lo svolgimento a distanza delle attività formative previste all'interno degli istituti che, al termine dell'emergenza, potranno affiancarsi alle attività in presenza.
Capriccioli: "Covid ha messo in luce inadeguatezza digitale delle carceri"
"Ho fortemente voluto questo provvedimento perché la pandemia ha messo in luce in modo ancora più drammatico l'inadeguatezza delle nostre carceri: credo sia urgente un rinnovamento delle strumentazioni e un potenziamento delle reti, per permettere ai detenuti di sfruttare dei sistemi di collegamento con l'esterno più immediati e funzionali, non solo in questo delicatissimo momento storico", ha spiegato Capriccioli. "Grazie ai fondi stanziati dalla Regione con la legge di stabilità sarà possibile lo svolgimento della formazione, delle attività trattamentali e dei colloqui familiari per via telematica, malgrado le misure di distanziamento sociale che ne impediscono lo svolgimento dal vivo. Una volta superata l'emergenza sarebbe importante che la modalità a distanza si affiancasse in modo strutturato a quella tradizionale, per garantire ai detenuti un esercizio più pieno dei loro diritti".