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Lavinia investita all’asilo, scatta denuncia per falsa testimonianza: “Vuole difendere l’amica”

I genitori di Lavinia, la piccola investita all’asilo nel 2018 e da allora in stato vegetativo, hanno denunciato una teste per falsa testimonianza: “Dichiarazioni contraddittorie e divergenti”.
A cura di Beatrice Tominic
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Avrebbe rilasciato una falsa testimonianza in tribunale per difendere l'amica, la maestra dell'asilo di Velletri accusata di abbandono di minore. Per questa ragione i genitori della piccola Lavinia, la bimba di 16 mesi investita nel 2018 nell'asilo di Velletri e da allora in coma vegetativo, hanno sporto denuncia contro una dei teste per falsa testimonianza. Oltre alla maestra, che avrebbe perso di vista la piccola prima dell'incidente, è imputata nel processo anche la donna che ha investito la piccola, accusata di lesioni gravissime.

"Per questo reato si rischiano dai 2 ai 6 anni di reclusione – ha ricordato la mamma di Lavinia, Lara Liotti – Non ci vogliono abilità particolari: basta essere in malafede oppure incoscienti del fatto che la falsa testimonianza è un reato grave che lede il corretto funzionamento dell'attività giudiziaria e che si paga con pene così severe".

La falsa testimonianza

"Aveva detto di essere arrivata all'asilo proprio mentre la maestra e la donna che ha investito la bambina stavano portando Lavinia in ospedale, senza aspettare l'ambulanza – hanno ricordato i genitori di Lavinia, Massimo Montebove e Lara Liotta – La testimone avrebbe incrociato le due in automobile: le avrebbero chiesto di restare con i bambini rimasti soli, fra cui anche lo stesso figlio della testimone".

Eppure la donna non si è trattenuta con il gruppo di minori, ma li ha invece lasciati soli nell'asilo: "Entrata nella struttura e visti i bimbi piccoli in compagnia soltanto di una bambina più grande, avrebbe comunque deciso di tornare al lavoro, lasciando i bambini nuovamente soli all'asilo, compreso suo figlio".

La denuncia da parte dei genitori di Lavinia

"Almeno una delle testimoni introdotte dalla difesa della maestra Rocca ha reso una dichiarazione non solo contraddittoria rispetto alle altre prove orali assunte nel giudizio, ma anche totalmente divergente da quella resa dalla stessa teste in fase di indagini – ha aggiunto la legale della famiglia Montebove, l'avvocata Cristina Spagnolo – A nostro avviso, non è verosimile e pertanto abbiamo deciso di procedere e denunciare questa persona per il reato di falsa testimonianza", ha detto dopo l'attenta rilettura delle trascrizioni del processo.

"Se la Procura, come riteniamo plausibile, riterrà fondata la denuncia della famiglia di Lavinia, le responsabilità della testimone verranno accertate in un processo. La persona denunciata, però, potrebbe anche scegliere di ritrattare la sua testimonianza nell'ambito del processo in corso finché non verrà chiusa l'istruttoria, usufruendo della causa di non punibilità prevista dal nostro codice penale – ha aggiunto l'avvocata Spagnolo – Vogliamo solo la verità e giustizia per Lavinia".

Oltre alla dichiarazione considerata contraddittoria, la famiglia di Lavinia aveva già giudicato inattendibile un'altra testimonianza, quella della bambina più grande dell'asilo che aveva il compito di fare da aiutante alla maestra.

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