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Lavinia in stato vegetativo dopo incidente all’asilo, il papà: “Da difesa bugie per non risarcirci”

“La difesa vuole far credere che riceviamo un’assistenza totale – ha spiegato il papà della piccola a Fanpage.it – Ma non è così: 12 su 24 non sono abbastanza”.
A cura di Beatrice Tominic
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Nuovo appuntamento in aula per la famiglia di Lavinia, la piccola investita nel cortile dell'asilo di Velletri quando aveva appena 16 mesi. Per l'incidente, avvenuto nell'agosto del 2018, sono imputate due donne: la maestra che gestiva l'asilo, accusata di abbandono di minore e una delle mamme dei bambini che lo frequentavano. È lei che, senza accorgersi della presenza della bambina, l'ha investita e deve rispondere di lesioni gravissime.

Nella giornata di ieri c'è stata una nuova tappa nel processo e sono stati ascoltati due testimoni della difesa: la dottoressa responsabile del centro di assistenza domiciliare della Asl Roma 5 di Velletri che fornisce il supporto alla famiglia della piccola e il liquidatore della Sara, società assicuratrice dell'asilo. "Sono stati nuovi tentativi estremi della difesa di raccontare una verità che non è tale – ha dichiarato a Fanpage.it il papà di Lavinia – La difesa intende sostenere che la Asl ci fornisce un'assistenza totale, ma non è così".

L'assistenza della piccola e la testimonianza dalla Asl

"Con la testimonianza della dottoressa vogliono dimostrare che l'assistenza che riceviamo ogni giorno è totale – ha continuato a spiegare il papà della piccola – In realtà la Asl ci fornisce 12 ore di assistenza su 24, che è il massimo consentito, ma non si può dire che sia totale e completa perché nelle altre 12 ore Lavinia avrebbe bisogno di un altro tipo di supporto, di un'assistenza totalmente di natura ospedaliera che non c'è e non ci sarà mai. Per quello, in fase risarcitoria, c'è necessità di un riconoscimento importante: è questo che la difesa vuole negare". La piccola a seguito dell'incidente ha subito tracheostomia, si trova in stato vegetativo e vive immobile. Adesso nelle 12 ore non coperte dalla Asl, sono i genitori di Lavinia ad occuparsi di lei. I due, che vivono con altri due bambini piccoli e lavorano, uno come poliziotto e l'altra come vigile del fuoco, hanno deciso di utilizzare le 12 ore che la Asl concede loro un po' per riposarsi e un po' per continuare ognuno la propria professione, ma dalle ore 14 fino alla mezzanotte, sono loro due a seguire la piccola: "Abbiamo imparato a fare gli infermieri", hanno ricordato entrambi.

La testimonianza dell'assicurazione

Il liquidatore dell'assicurazione, invece, è stato chiamato a parlare proprio per sottolineare la presenza della polizza dell'asilo: "Noi per quattro anni non abbiamo avuto notizie di questa assicurazione, abbiamo saputo della sua esistenza soltanto quest'anno – ha continuato il papà di Lavinia a Fanpage.it – Abbiamo scoperto anche che si tratta di un'assicurazione di secondo livello". Ciò vuol dire che era attivabile soltanto dalla maestra per risarcimenti a suo carico e non direttamente a favore dei bambini e delle famiglie della scuola: "Alcune situazioni però non sono coperte da questo tipo di polizza. Fra queste, anche l'incidente nel parcheggio dell'asilo. Quel poco che abbiamo avuto e che avremo, l'avremo soltanto dall'assicurazione dell'automobile".

Nella prossima udienza saranno ascoltati nuovi testimoni della difesa. Nell'ultimo incontro in aula, era stata presa in considerazione anche la testimonianza di una 14enne che, all'epoca dei fatti aveva appena 10 anni: si tratta della bambina più grande presente nel gruppo quando è avvenuto l'incidente. Ma fino ad ora la famiglia della piccola non sembra avere dubbi: "Dalla difesa sono arrivati soltanto tentativi di raccontare una verità che non è tale su quanto è accaduto a nostra figlia".

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