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La verità su Carlo Calenda minacciato dagli occupanti

Carlo Calenda ha dichiarato di essere stato minacciato da un ‘professionista delle occupazioni’, chiedendo ai candidati alle primarie del centrosinistra di prendere le distanze da questa persona. Ma in realtà, quella che Calenda descrive come un’intimidazione, altro non era che il commento di un attore e storico attivista del Teatro Valle Occupato, scritto sotto il post Facebook di una bacheca privata.
A cura di Natascia Grbic
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A Roma un candidato sindaco ha attaccato pubblicamente un attore per un commento rilasciato su Facebook, su una bacheca privata. La vicenda prende il via dalla polemica scoppiata nei giorni scorsi dopo che i candidati alle primarie del centrosinistra si sono confrontati a SpinTime, palazzo occupato che si trova in via di Santa Croce in Gerusalemme. Un luogo dove vivono diverse persone in emergenza abitativa, e divenuto noto alle cronache dopo che l'elemosiniere del Papa Konrad Krajewski ha riattaccato la luce calandosi nei tombini. Carlo Calenda ha duramente attaccato Roberto Gualtieri e gli altri candidati, dichiarando in un'intervista a Il Messaggero che "se il centrosinistra vincesse le elezioni sarebbe un fiorire di occupazioni". Una persona ha condiviso l'articolo sulla sua bacheca Facebook privata. E sotto a quel post, l'occupante menzionato da Calenda ha commentato "saremo pronti, cominceremo da casa sua e ne faremo il nostro squat". Una frase che non suona esattamente come una minaccia, ma che è stata ripresa dal leader di Azione (quasi 150mila seguaci solo su Facebook) e bollata come intimidazione, con tanto di nome e cognome della persona che ha scritto il commento. Non solo: Carlo Calenda ha anche chiesto ai candidati alle primarie di prendere le distanze da questa frase.

Chi è l'occupante che ha commentato la frase di Calenda

La persona che ha scritto quel commento è Fulvio Molena, attore e storico attivista del Teatro Valle Occupato, tra gli ideatori della Fondazione Valle Bene Comune, che aveva lo scopo di arrivare a gestire come bene pubblico lo storico teatro romano, dal 2014 chiuso al pubblico (dopo uno sgombero). Non esattamente un malavitoso o un delinquente. E se la frase pronunciata dall'attore, vista nella sua realtà, non appare proprio una minaccia, lascia basiti il fatto che il perno della discussione politica su Roma da qualche giorno a questa parte siano le frasi di privati cittadini e le occupazioni abitative, luoghi dove le persone senza casa, gli ultimi disperati della terra, hanno trovato alloggi di fortuna. Palazzi abbandonati da anni (quelli sì che sono degrado), occupati per sopperire alle insufficienti politiche abitative di questa città. Senza contare che molte delle occupazioni sgomberate negli ultimi anni – tra cui anche il Teatro Valle – non hanno mai più riaperto le proprie porte, aggiungendosi all'infinita lista di edifici vuoti che svettano tristemente nella capitale d'Italia.

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