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La ‘ndrangheta ha messo le mani sulle piazze di spaccio di Quarticciolo e Alessandrino

L’inchiesta della Dda capitolina, che ha portato all’arresto di cinque narcotrafficanti italiani che gestivano il business della droga nel quartiere dell’Alessandrino. Le cosche di ‘ndrangheta Nirta-Strangio e Pelle-Vottari allargano la loro influenza su Roma.
A cura di Emilio Orlando
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Una sala scommesse di borgata era il quartier generale del narcotraffico. I quartieri dell‘Alessandrino e del Quarticciolo, da sempre snodi cruciali del traffico di stupefacenti, sono stati "colonizzati" dalla malavita organizzata calabrese. L'ultima inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ha portato alla luce un redditizio traffico di hashish e cocaina gestito dalla ‘ndrangheta. I cinque narcos arrestati, provvedevano a tutte le fasi della filiera: acquistavano i carchi all'ingrosso e li smerciavano direttamente in strada, decuplicando gli illeciti guadagni.

Per importare la cocaina, l'hashish e la marjuana, utilizzavano tir con la la targa spagnola e dopo averlo caricato su una bisarca lo facevano arrivare al tiburtino, dove avveniva lo stoccaggio e il trasferimento della "merce" all'Alessandrino. Per stipare i pacchi di droga, ricavavano dei vani nella carrozzeria, in modo da renderla introvabile. Per gestire e controllare i carichi milionari che arrivano all'Alessandrino, i cinque utilizzavano una sala giochi in via Tiratelli che, con le telecamere installate, permetteva di osservare a distanza l'arrivo delle forze di polizia.

A supervisionare gli arrivi di droga, era presente un affiliato ad una potente cosca della ‘ndrangheta originario di San Luca sull' Aspromonte in provincia di Reggio Calabria, dove operano le sanguinarie cosche Nirta-Strangio e Pelle-Vottari. L'indagine iniziata a marzo del 2021, ha portato all'arresto di Massimo Cogotti, Stefano Cugini, Emilio e Lorenzo Auciello e Francesco Pizzata. Uno degli arrestati, Massimo Cogotti, era già in carcere dopo che a maggio scorso i carabinieri lo avevano fermato in via Onorato Ardoino, sempre all'Alessandrino, con una pistola revolver calibro 38 con matricola abrasa carica nascosta in un marsupio.

Durante le indagini, dopo che la polizia aveva installato alcune microspie nelle macchine degli indagati, questi ultimi le avevano scoperte utilizzando delle strumentazioni elettroniche per la bonifica. Per le consegne al dettaglio delle dosi, i pusher utilizzavano i monopattini elettrici per non dare nell'occhio e per potersi muovere agevolmente anche sui marciapiedi. Il quadrante dove lo stupefacente veniva smerciato era quello tra la via Prenestina, la Casilina e la Palmiro Togliatti, dove da anni c'è la piazza di spaccio del Quarticciolo, gestita dalle famiglie Cori, De Vito e Pace.

Le cosche di San Luca e la strage di Duisburg

Le ‘ndrine Nirta-Strangio, appartengono alla ‘ndrangheta calabrese e sono originarie di San Luca, un piccolo paese sull'Aspromonte in provincia di Reggio Calabria. el 1991 fra le cosche del Nirta-Strangio contrapposte ai Pelle-Vottari[1][2].La faida sanguinosa tra le famiglie, scoppiò per uno scherzo. Un lancio di uova, infatti durante il carnevale del 1990 da parte di alcuni ragazzi delle famiglie Nirta-Strangio dentro una sala giochi, gestito dal clan Pelle, degenerò in un duplice omicidio, che portò a due morti; Francesco Strangio di 20 anni e Domenico Nirta di 19 anni. In quell'occasione rimasero feriti sotto i colpo di pistola Giovanni Luca Nirta e Sebastiano Nirta. L'omicida venne poi assassinato per vendetta a Bovalino.Nel 1993 vennero uccisi uccisi due capibastone della cosca Pelle-Vottari che a loro volta uccisero altri due della famiglia concorrente.Il 9 aprile 1997 a Cartagena de Indias in Colombia, venne arrestato il boss Domenico Nirta.In quell'occasione, venne alla luce un'alleanza fra i Nirta e la mafia sarda di Cagliari, Nuoro e Oristano. I clan si erano alleati per il narcotraffico internazionale di cocaina ed eroina. L'antimafia ha ipotizzato più volte, che parte delle strutture ricettive per il turismo in Sardegna, fossero state costruite con i proventi illeciti di quei traffici.Il giorno di Ferragosto del 2007, a Duisburg in Germania, vennero assassinati dentro al ristorante italiano "Da Bruno" , Tommaso Venturi, Francesco e Marco Pergola, Marco Marmo, Sebastiano Strangio, ed il sedicenne Francesco Giorgi. Le vittime si trovavano nel locale per un rito di affiliazione di Tommaso Venturi, che in mano strigeva un santino bruciato( nell'usanza delle ‘ndrine calabresi viene utilizzato durante le "cerimonie" per i neo affiliati).

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