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La ‘ndrangheta di Anzio e Nettuno: “L’appalto ce lo famo noi..”. Al setaccio affidamenti e gare

Comuni di Anzio e Nettuno verso lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Non solo le intercettazioni telefoniche svelerebbero un condizionamento dei clan della ‘ndrangheta, ma esisterebbe una vera e propria strategia per spezzettare gli appalti potendo così ricorrere ad affidamenti diretti.
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A cura di Emilio Orlando
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 "L' appalto ce lo famo noi…". Così diceva uno degli arrestati, ad un interlocutore durante un'intercettazione annotata dai carabinieri. Frammentare le gare d'appalto e dividere i costi per sfuggire ai controlli dell'Anac, una delle strategie utilizzate per affidare i "lavori" alle ditte amiche in odore di ‘ndrangheta. Sono gli sviluppi dell'indagine portata avanti dalla commissione d'accesso, dopo i sessantacinque arrestiper associazione per delinquere di tipo mafioso degli appartenenti ai clan Gallace – Novella e Madaffari.

Senza sosta vengono passati al setaccio carte e documenti, gli atti amministrativi con cui venivano affidati gli appalti senza gara nei due enti locali del litorale romano vengono attentamente vagliati uno ad uno. Sotto la lente d'ingrandimento dei funzionari nominati dalla Prefettura di Roma, due settori particolarmente permeabili al condizionamento della criminalità organizzata; quello legato alle concessioni demaniali, per gli stabilimenti balneari e i rimessaggi nautici, e quello dell‘edilizia cimiteriale, dove negli anni, nei due comuni sarebbero stati effettuati lavori di ampliamento e ristrutturazione da ditte in affidamento diretto.

La commissione prefettizia ha acquisito documentazione, non soltanto firmata e deliberata dalle attuali giunte guidate l'una dal sindaco Candido De Angelis (Anzio) e l'altra dal primo cittadino Alessandro Coppola (Nettuno), entrambi al momento non risultano indagati, ma anche delle precedenti gestioni andando indietro fino al 2012. Nei giorni scorsi, due assessori, Camilla Ludovisi e Maddalena Noce, si sono dimessi quasi contemporaneamente dal comune di Nettuno. La Ludovisi è figlia dell'imprenditore, che all'epoca dello scioglimento per mafia del comune di Nettuno avvenuto nel 2005, venne indagato e poi prosciolto nell'indagine "Appia", inchiesta che porto al commissariamento dell'ente.

Tra i passaggi più significativi dell'istruttoria odierna, sotto esame da parte dei commissari, quella che riguarda le dichiarazioni del pentito Fabio Moriello. L'uomo ha raccontato, in una delle sue audizioni davanti ai sostituti procuratori della direzione distrettuale antimafia, che il sindaco della Lega Candido De Angelis sarebbe stato "sponsorizzato", durante la campagna elettoraledai Gallace, anche quando si candidò come consigliere comunale. Madaffari, invece, altro indagato per associazione mafiosa , in una conversazione telefonica intercettata dagli investigatori, definiva "amico" il sindaco di Nettuno Alessandro Coppola. Elementi questi, che aggiunti a quelli che stanno emergendo alla luce delle verifiche potrebbero portare allo scioglimento per mafia dei due comuni.

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