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La Metro A di Roma chiusa dal 2 gennaio: oggi l’incontro decisivo per scongiurarlo

Oggi, nelle prossime ore, è in programma l’incontro decisivo tra Campidoglio e Ministero dei Trasporti. Quest’ultimo ha chiesto ulteriori integrazioni e darà una risposta definitiva il 31 dicembre.
A cura di Enrico Tata
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Fonti vicine al sindaco Roberto Gualtieri fanno sapere che "la situazione è sotto controllo". Ma il destino della Metro A di Roma è tuttora in bilico e oggi, nelle prossime ore, è in programma l'incontro decisivo tra Campidoglio e Ministero dei Trasporti. Quest'ultimo ha chiesto ulteriori integrazioni e darà una risposta definitiva il 31 dicembre. Sul piatto c'è la richiesta di Roma Capitale di concedere una proroga per le revisioni di cui necessitano per legge moltissimi convogli della linea A. Se non arriverà l'ok del Mit il servizio rischia di essere sospeso dal 2 gennaio. Per scongiurare questo stop catastrofico per il servizio pubblico locale della Capitale, l'assessore ai Trasporti, Eugenio Patané, ha chiesto a un professore di Firenze, uno dei massimi esperti di trasporti ferroviari in Italia, di effettuare una perizia sui convogli della Metro A per attestare che essi possono restare in servizio senza rischi anche dopo la scadenza dei termini per le revisioni. Questo permetterebbe di revisionare a poco a poco tutti i treni della metropolitana, senza determinare lo stop di tutto il servizio.

Oggi la riunione decisiva per impedire la chiusura della Metro A

Il problema del Campidoglio è che ci vogliono ben 6 mesi per revisionare un treno della metropolitana e sono circa 20 i convogli che dal primo gennaio, tecnicamente, non potrebbero circolare senza una revisione. Il servizio resterebbe in pratica con una decina di treni circolanti, troppo pochi per garantire il servizio. Senza l'ok del Mit, quindi, la metro resterà ferma. Come detto, il Campidoglio punta a ricevere il via libera grazie alla perizia firmata dal professor Andrea Bracciali, professore associato di Progettazione meccanica e costruzione di macchine all'Università di Firenze e docente del corso di ‘Costruzione di veicoli ferroviari'.

Patané: "Negli scorsi cinque anni non sono state fatte le revisioni"

L'assessore Patanè aveva spiegato la situazione ai microfoni di Fanpage.it: "In questi cinque anni non sono state fatte le revisioni generali dei treni, nonostante fosse un obbligo, e non sono state fatte neanche le mitigazioni, cioè quelle operazioni che avrebbero consentito, anche in assenza di revisione, di mandare i treni in linea. Ci siamo attivati per mandare i 51 treni in revisioni. Nel frattempo, però, stiamo facendo le cosiddette mitigazioni e stiamo tentando per il primo gennaio (la data in cui scatterà la norma sulla sicurezza) di avere quanti più treni sia possibile in linea (con mitigazione o revisione). Per gli altri treni, invece, chiederemo che una perizia di un tecnico certifichi che il convoglio abbia una sicurezza di oltre il 99,5 per cento in termini di fattori di rischio e che questo consenta di metterlo in servizio. Se riusciremo a farlo, non avremo problemi".

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