La mappa della povertà di Roma: più alta nel quadrante Est e nelle periferie fuori al Raccordo

A Roma la povertà economica e sociale si concentra soprattutto nel quadrante Est nei Municipi IV e VI e nelle periferie fuori dal Grande Raccordo Anulare. Zone come Tor Cervara, San Basilio, Tufello, Corviale e Santa Palomba risultano tra le più fragili, con alti indici di disoccupazione, bassa scolarizzazione e forte concentrazione giovanile. L’insieme di questi fattori alimenta il rischio di esclusione sociale e di povertà assoluta o relativa. È parte di quanto si legge nel Rapporto sulla povertà a Roma del 2025 della Caritas, che fotografa una Capitale in bilico tra crescita e fragilità. Dopo il Giubileo della Speranza e gli investimenti del Pnrr Roma ha avviato una nuova fase di sviluppo, ma le disuguaglianze restano profonde. Accanto a chi gode di redditi elevati e stabilità, migliaia di persone vivono solitudine, precarietà abitativa, povertà educativa e sanitaria.
Il documento si articola in quattro capitoli: analisi del contesto socio-economico, esiti dell’ascolto nei centri Caritas, focus sulla comunità peruviana e approfondimento sulla povertà abitativa. Uno strumento per le istituzioni, che devono far fronte all'emergenza sociale. Oltre 24mila persone hanno varcato la soglia dei Centri di Ascolto nell’ultimo anno, chiedendo non solo aiuto materiale, ma anche sostegno umano e spirituale. Il direttore della Caritas Giustino Trincia paragona Roma a un "cristallo": splendida e luminosa, ma fragile.
Gli anziani tra povertà e solitudine
Il progressivo invecchiamento della popolazione, unito a malattie fisiche e mentali, dipendenze e isolamento sociale, accresce la vulnerabilità. Molti anziani non sono autonomi, hanno bisogno di assistenza economica e sanitaria. La Caritas di Roma registra quotidianamente richieste di aiuto che rivelano, oltre alle difficoltà materiali, un diffuso stato di solitudine.
Una solitudine che si manifesta in forme diverse: da quella percepita, anche in presenza di un nucleo familiare, a quella reale, dovuta al progressivo ridursi delle relazioni e al conseguente isolamento. La scomparsa di reti di solidarietà tradizionali comefamiglia, vicinato, parrocchia, ha reso più acuto il senso di abbandono. Gli studi confermano che vivere da soli o in isolamento sociale aumenta la mortalità fino al 32%. A sfuggire alla solitudine è chi ha risorse economiche, un partner o di una rete amicale attiva.
A rischio povertà il 15,8% della popolazione
Roma presenta un reddito medio pro capite superiore alla media nazionale (31.316 euro contro 24.830), ma il rischio di povertà riguarda il 15,8% della popolazione. La deprivazione materiale e sociale colpisce il 3,2% degli abitanti, mentre il 26% delle famiglie è monoreddito e l’8% dei minori vive in nuclei fragili. È un dualismo che mostra come la vulnerabilità economica si estenda anche a chi teoricamente dovrebbe essere al riparo dall’indigenza.
Lavoro e precarietà
L’occupazione cresce (+1,7%) e la disoccupazione cala al 6,3%, ma la qualità del lavoro resta problematica. Quasi il 20% degli occupati è bloccato da anni in contratti a termine, l’11% lavora part-time involontario e il 13,5% percepisce salari bassi. Il divario salariale di genere è marcato: le donne guadagnano in media 781 euro in meno al mese rispetto agli uomini. Inoltre, il 30% degli occupati è sovraistruito rispetto al lavoro svolto, mentre il 42% delle imprese fatica a reperire personale qualificato.
A Roma il 2,3% della popolazione non ha licenza media
La povertà educativa colpisce soprattutto i giovani delle periferie e i figli di immigrati. Le difficoltà riguardano l’accesso a risorse culturali e sportive, la qualità dell’insegnamento e il sostegno psicologico. La dispersione scolastica assume forme diverse, tra abbandono, assenteismo, lacune e a Roma il 2,3% della popolazione non ha la licenza media, con picchi a Santa Palomba. I giovani NEET (15-29 anni) sono il 10,7%, ma in alcune zone superano il 30%. La Caritas richiama la necessità di investire in luoghi di socializzazione e cultura per ridare prospettive alle nuove generazioni.
Povertà sanitaria e salute mentale
Dopo la pandemia, i disturbi psichici sono aumentati e colpiscono anche i più giovani. I servizi sono sottofinanziati, con carenze di personale e tempi di attesa lunghi. Persistono pratiche lesive della dignità come la contenzione meccanica, mentre stigma e isolamento aggravano la condizione dei malati. La Caritas ha promosso nel 2025 un gruppo di lavoro multidisciplinare per contribuire a un sistema di cura più umano e rispettoso dei diritti.
L’azzardo e la ludopatia
Roma è la capitale italiana delle scommesse: nel 2024 sono stati spesi oltre 8,3 miliardi di euro, 600 milioni in più rispetto all’anno precedente. Una cifra enorme che alimenta la ludopatia e travolge famiglie e giovani. A livello nazionale la spesa ha raggiunto i 157 miliardi. La Caritas chiede programmi di prevenzione e alleanze tra istituzioni, Chiesa e società civile per contrastare il fenomeno.
Le persone private della libertà
Il Rapporto richiama anche l’attenzione sugli "invisibili" privi di libertà. Nelle carceri romane sono detenute oltre 3.500 persone, a cui si aggiungono più di 9.000 che scontano pene alternative fuori dagli istituti. È un "carcere diffuso", spesso presente nelle periferie, che coinvolge uomini e donne sottoposti a misure di sicurezza o lavori di pubblica utilità. Una realtà poco percepita, ma che interpella la città e la Chiesa: dietro le sbarre e nelle misure alternative ci sono persone che reclamano dignità e ascolto.