1.994 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La cena elettorale di Virginia Raggi al Binario 96, dove si cucinava il pesce della ‘ndrangheta

Tra le attività commerciali che indirettamente risultano di proprietà della cosca romana, c’era anche il Binario 96, che lo scorso 25 giugno ha ospitato l’evento “Una cena con Virginia Raggi”.
A cura di Enrico Tata
1.994 CONDIVISIONI
Immagine

Una cena elettorale nel ristorante di proprietà della ‘ndrina. Tra le attività commerciali che indirettamente risultano di proprietà della cosca romana, c'era anche il Binario 96, che lo scorso 25 giugno ha ospitato l'evento "Una cena con Virginia Raggi". Presenti, si legge nell'invito, "tantissimi portavoce, consiglieri eletti, rappresentanti M5S a livello locale, regionale e nazionale per scambiarci informazioni sulle cose fatte e sulle prossime elezioni. Parte del ricavato andrà a sostegno della prossima campagna elettorale per la conferma di Virginia Raggi come Sindaco di Roma". Tra gli esponenti del Movimento arrivati al locale del Tuscolano per dare sostegno all'allora sindaca Raggi c'erano la senatrice Paola Taverna e l'europarlamentare Dino Giarrusso. Questo il video realizzato da Fanpage.it nel corso dell'evento:

Il ristorante Binario 96 compare 600 volte nelle carte dell'inchiesta sulla ‘ndrina romana

Secondo quanto emerso nell'inchiesta ‘Propaggine', che ha svelato l'esistenza a Roma di una ‘locale' di ‘ndrangheta dal 2015, il ristorante era uno dei punti di riferimento dell'organizzazione criminale. Nelle carte che hanno portato all'arresto di oltre 40 persone ritenute affiliate alla ‘ndrina il nome ‘Binario 96' compare oltre 600 volte. Lì si sono svolte cene tra i boss, litigate furiose per il controllo del ristorante, sono stati stretti patti con altre associazioni criminali di Roma e sono state pianificate le strategie per ‘invadere' la Capitale. Uno dei due boss romani, per esempio, era seduto a un tavolo del ristorante, quando ebbe un durissimo confronto con Giuseppe Spagnolo, detto Peppe u banditu, ndranghetista arrestato recentemente e condannato a vent'anni di reclusione. I due capi della locale romana, Antonio Carzo e Vincenzo Alvaro, hanno acquistato il ristorante tramite una società terza, ma di fatto i proprietari erano loro e quel locale era una delle loro basi, forse la più importante. Lì si sono svolti importanti incontri da i boss mafiosi e per questo gli investigatori installarono alcune cimici e videocamere risultate decisive per le indagini, ma scoperte ad un certo punto dai membri del clan.

Accordo con la ‘ndrina Farao, tutta calabrese la fornitura del pesce

Anche diversi debitori della ‘ndrina sono stati convocati negli anni al ristorante. Uno dei gestori del ristorante, per esempio, ha rimarcato a uno di loro che la fornitura del pesce era tutta calabrese, per sottolineare l'origine dei suoi soci al fine di intimorire il suo interlocutore: "Poi gli ho detto ovviamente non ci sto io…gli ho detto no i soci miei sono calabresi…pure il socio mio del pesce è de giùsi è sturbato…”. In particolare, tra l'altro, il pesce arrivava esclusivamente dalla Calabria e in particolare da Cirò Marina e Cariati, una fornitura acquisita attraverso l'accordo con la ‘ndrina dei Farao-Maricola.

Emanuel Trombetta, consigliere 5 Stelle: "Organizzai io, non chiesi patente antimafia"

"La cena fu da me organizzata. La scelta del posto ricadde per semplice opportunità di spazio esterno al locale. L'allora sindaca partecipò come ospite del gruppo del VII Municipio, dove io ero candidato presidente. E avete ragione, non abbiamo chiesto il certificato antimafia prima di prenotare in un ristorante". Questo il commento di Emanuel Trombetta, consigliere del Movimento 5 Stelle al Municipio VII.

1.994 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views