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La babygang di Primavalle incastrata dalle chat: “I carabinieri hanno tutti i video. Ce li hai i soldi per la galera?”

Le conversazioni dei ragazzi che si scambiavano i video delle torture, tra risate e spavalderia: “Quel calcio l’hai tirato male, doveva essere più forte”.
A cura di Gabriel Bernard
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“Ce li hai i soldi per la galera? Ce li hai i soldi per fartela?”. Quello considerato il capo della banda del Bronx di Primavalle, i ragazzi finiti in carcere con l’accusa di aver sequestrato e torturato dei coetanei per ottenere un riscatto, in chat con i suoi amici si fa beffe della giustizia.

I carabinieri, durante un blitz antidroga, arrestano uno della gang e gli sequestrano i cellulari. Lui ne ha un altro con cui continua a comunicare con i suoi “compagni”. E si preoccupa dei controlli. “Hanno monitorato tutto, anche tutti quei video”. E il riferimento è ai filmati con cui il gruppo ha documentato, forse per ridere forse per avere un ricordo delle loro “imprese”,le sevizie inflitte a due giovani finiti al centro di una spedizione punitiva. “In quei video ci stai te, ci stiamo tutti. Ti si vede mentre lo prendi a bastonate”, scrive uno. “Il mio avvocato, però, dice che bisogna provare che questi video sono veri”. Un altro sottolinea che il materiale da visionare è tantissimo: “Hanno parecchio da fare. Ora ridiamo”. Un breve accenno di timore per le conseguenze: “Mi sa che questa volta ci sono riusciti. Siamo impicciati veri, ce l’hanno fatta”. E c’è chi si mette a contare i guai con la giustizia accumulati in passato: “Te quanti spacci hai? Due? E poi rapine? Ricettazione e truffa?”. Altri elencano gli smartphone sequestrati: “Me ne avevano già presi cinque per una faccenda di falsi e ora altri quattro. Per non contare l’altra roba. Chissà cosa c’è li dentro…”.

Le sevizie ai coetanei, trascinati e nascosti in  un garage per poi ricattare le famiglie, le hanno documentate con video e messaggi. E poi, nelle conversazioni, le ricordano tra le risate. “Si vedono le facce, tutte cose. Ci sta quello che lo picchia, l’altro ridendo che lo piglia a bastonate, l’altro ancora che lo piglia a calci in testa”. E c’è chi incita alla violenza: “Quel calcio l’hai tirato di merda, non gli hai fatto nulla”. I più cauti invitano a non parlarne in chat: “Buono, non dire queste cose”. Ma, come sottolineano gli inquirenti, i ragazzi di quella violenza ne vanno fieri e vogliono metterla in mostra: “Se dobbiamo farci la galera, ce la facciamo. Non è un problema”. Poi, spavaldi: “Non ti preoccupare, forza e coraggio, la galera è di passaggio”.

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