Investite su corso Francia, il papà di Gaia su Genovese: “Lui mai pentito, affido ai servizi sociali inutile”

Pietro Genovese ha ottenuto l'affido in prova ai servizi sociali come misura alternativa alla detenzione. Il ragazzo è stato condannato a cinque anni e quattro mesi per l'omicidio stradale di Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli, avvenuto il 22 dicembre 2019 a Corso Francia, Roma. Genovese stava scontando la pena agli arresti domiciliari, ma il giudice ha accolto la richiesta della misura alternativa presentata dai suoi legali.
Secondo il papà di Gaia, Edward von Freymann, l'affido in prova ai servizi sociali "avviene fuori tempo massimo. Abbiamo un soggetto potenzialmente pericoloso, che per tre anni e mezzo ha girato libero, per la giustizia italiana era libero a tutti gli effetti in attesa del pronunciamento del tribunale di sorveglianza. Che senso ha dopo tre anni e mezzo?". Queste le parole rilasciate a Fanpage.it.
Secondo Von Freymann, inoltre, "tra omicidio stradale e omicidio non dovrebbe esserci differenza. In questo caso una vita umana vale una condanna a 2 anni e mezzo, 2 anni e mezzo per Gaia e altrettanti per Camilla. Non può valere una vita umana due anni e mezzo, servono pene più severe. Con la Fondazione Gaia von Freymann promuoviamo eventi di sensibilizzazione nelle scuole con la polizia stradale. Ai ragazzi racconto l'incidente di Gaia e Camilla e mi viene posta sempre una domanda alla fine: ma il ragazzo è ancora in carcere? E io devo rispondere con la verità: no, non c'è mai stato in carcere, ha fatto un anno e otto mesi ai domiciliari pur avendo tutte le aggravanti, dalla distrazione al volante alla guida sotto effetto di alcol e droga".
Quanto alla messa in prova ai servizi sociali, per von Freymann "a distanza di tre anni e mezzo non ha senso. È passato troppo tempo, il percorso riabilitativo dovrebbe essere immediato. Inoltre, aggiungo, il ragazzo non si è mai pentito, i genitori non si sono mai fatti avanti, non si sono mai presentati al processo, lui non ha mai chiesto scusa. E parlo di scuse sentite, non scritte su un foglio perché gliel'ha detto l'avvocato".