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Intitolato a David Sassoli il progetto Ventotene per il recupero del carcere di Santo Stefano

Il progetto Ventotene per il recupero del carcere di Santo Stefano verrà intitolato a David Sassoli.
A cura di Enrico Tata
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Il progetto Ventotene per il recupero del carcere di Santo Stefano verrà intitolato a David Sassoli, il presidente del Parlamento Europeo scomparso pochi giorni fa. La proposta è stata lanciata da Silvia Costa, commissario straordinario del Governo per il recupero e la valorizzazione dell’ex carcere borbonico, e dal ministro della Cultura, Dario Franceschini. Tale iniziativa è stata accolta favorevolmente dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha dichiarato: "La morte di David Sassoli rappresenta una grande perdita per l'Italia e per l'Europa intera. I tributi che gli sono stati rivolti riflettono la profondità del suo impegno a favore di una Europa più unita e più libera, come nelle intenzioni dei padri fondatori".

Per questi motivi Draghi ha condiviso "pienamente la proposta di intitolargli il Progetto Ventotene-Santo Stefano, per una Scuola di Alti pensieri in un luogo a lui molto caro. Sarà un modo per tracciare una linea ideale con il passato, tra due momenti di rinascita del progetto europeo, di cui David Sassoli è stato appassionato protagonista".

Nell'ex carcere di Santo Stefano, ha ricordato Franceschini, "è nata l'idea più rivoluzionaria dei nostri tempi: l'Europa federale. Ed è giusto oggi intitolare questo progetto a David che con il suo impegno politico e civico è stato in tutto il suo percorso di vita un interprete profondo dello spirito del Manifesto di Ventotene".  Proprio Sassoli aveva dichiarato sul progetto Ventotene: "Il carcere di Santo Stefano e l'isola di Ventotene costituiscono dei capisaldi della nostra storia, punti di riferimento. il passaggio di tanti protagonisti della vita della Repubblica italiana: Sandro Pertini, Umberto Terracini, Rocco Pugliese, uomini coraggiosi considerati scomodi, dissidenti politici, persone che hanno fatto della resistenza al fascismo una delle loro battaglie, sono stati costretti a trascorrere parte delle loro vite in questo carcere, molti addirittura le loro ultime ore. Il valore del carcere di Santo Stefano deve essere quindi considerato per il suo alto significato simbolico. Il patrimonio culturale è una parte importante della nostra identità comune. Il vostro progetto va proprio in questa direzione, ha il nostro sostegno e contribuisce a rafforzare quel senso di cittadinanza europea che proprio sugli scogli di Ventotene ha posto le sue fondamenta. E' lì che abbiamo avuto uomini e donne che hanno immaginato, per noi, un futuro diverso. Non dobbiamo dimenticare che questa è stata una terra di ispirazione per tutti coloro che consideriamo i nostri padri fondatori e le loro parole sono ora, più che mai, attuali".

Il carcere di Santo Stefano a Ventotene

Il Re Ferdinando IV di Borbone decise di costruire sullo scoglio di Santo Stefano un ‘Bagno penale' dove deportare in massa dissidenti politici e rivoluzionari. Successivamente anche i Savoia utilizzarono la struttura costruita sullo scoglio per rinchiudere anarchici e altri dissidenti politici. Successivamente furono inviati a Ventotene comunisti e costituenti come Pietro Secchia e Umberto Terracini. Nella cella numero 36 fu rinchiuso anche Sandro Pertini, futuro presidente della Repubblica. Il carcere fu chiuso nel 1965.

Durante il ventennio fascista fu recluso a Santo Stefano anche Altiero Spinelli, uno dei padri dell'Unione europea. Nel 1941 scrisse insieme ad Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni il Manifesto di Ventotene.

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